“Tesori che ritornano in patria”. Giustizia ed eredità culturale alla Biblioteca Estense
Dal 16 settembre 2022 al 7 gennaio 2023 le Gallerie Estensi presentano “Tesori che ritornano in patria”. Giustizia ed eredità culturale una mostra che, attraverso tre casi rilevanti che hanno coinvolto alcuni cimeli estensi, affronta il vasto tema del diritto dei cittadini all’eredità culturale partendo da un’analisi delle restituzioni di opere e documenti che nel corso degli ultimi secoli hanno visto protagonista la Biblioteca Estense di Modena.
Nel corso della sua lunga storia, anche la Biblioteca Estense di Modena ha subìto infatti importanti depredazioni, che si sono concluse con restituzioni quasi sempre parziali. Grazie alla ricchezza dell’archivio storico della Biblioteca Estense e della biblioteca stessa, ciascuno dei tre esempi è accompagnato dai documenti che ne narrano le vicende e da una selezione dei materiali contesi in modo da ricreare, per il visitatore, lo scenario appassionante alla base della vicenda della restituzione.
Ospitata nella Sala Campori della Biblioteca estense, a cura di Nadia De Lutio l’esposizione copre un arco temporale che parte dalle restituzioni dei materiali prelevati dai commissari francesi nel 1796 per conto di Napoleone Bonaparte alla Convenzione di Firenze nel 1868, fino ai trattati che accompagnano la fine della Prima Guerra Mondiale, offrendo l’occasione per riscoprire tesori tanto predati quanto rivendicati, di cui si possono ripercorrere le vicende grazie alle testimonianze archivistiche e ai materiali stessi.
Un binomio, quello delle restituzioni e patrimonio culturale che rappresenta un tema di grande rilievo, che si presta ad essere affrontato da più punti di vista: dalla storia delle guerre e delle dominazioni, che hanno spesso privato i vinti anche del loro patrimonio culturale, alla storia del gusto, che invita a riflettere sui criteri di elezione degli oggetti da prelevare, fino alla storia della tutela; una storia di scelte etiche e politiche, attuate mediante precisi strumenti giuridici. Con oltre 40 pezzi tra carte d’archivio, manoscritti, incunaboli e una cinquecentina, la mostra presenta una selezione dei materiali estensi protagonisti delle tre diverse storie di restituzione.
Oltre ai documenti con autorizzazioni per procedere alla selezione e al prelievo, lasciapassare per concludere le operazioni di restituzione, minute di comunicazioni ufficiali e relazioni, la rassegna offre l’occasione di ammirare anche splendidi esemplari di manoscritti latini come il De bello Gallico di Cesare o le numerose opere di Cicerone, manoscritti greci come l’Evangelistario del X secolo o l’Epitome di Zonara e manoscritti orientali come la Liturgia poliglotta, con testi perfino in armeno. Tra gli incunaboli si segnala il De civitate Dei di Agostino, edito a Roma nel 1468 da Conrad Sweynheym e Arnold Pannartz, e la Biblia Pauperum, prezioso esempio di Blockbuch. Unico volume a stampa presente è una cinquecentina d’eccezione: un esemplare a stampa ma su pergamena edita da Aldo Manuzio nel 1501.