L’insediamento medievale di Santo Stefano a Novi di Modena, una mostra archeologica
In loco ubi dicitur Vicolongo. Da villaggio rurale a castello: l’evoluzione di un insediamento altomedievale raccontata per reperti e immagini. Venticinque anni di ricerche storiche e archeologiche e un importante intervento di tutela spalancano le porte del castrum di Santo Stefano. Mostra a cura di Sara Campagnari (SABAP-BO) e Mauro Librenti (Università Ca’ Foscari) alla Sala EXPO presso il PAC, Polo Artistico Culturale di Novi.
Inaugurazione sabato 24 febbraio 2018. Alle ore 16.30 presentazione alla Sala Civica Ezio Ferraresi (Piazza 1 Maggio, 19) con interventi di Enrico Diacci, Sindaco di Novi di Modena, Luigi Malnati, Soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio di Bologna, Eleno Dondi, Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, Luigi Sala, in rappresentanza delle Associazioni locali, Sara Campagnari e Mauro Librenti, curatori mostra. Alle ore 18, inaugurazione e visita guidata alla mostra al Polo Artistico Culturale (Viale Di Vittorio, 30); segue rinfresco offerto da Coop Alleanza 3.0.
Nel luogo chiamato Vicolongo. Quante volte nei formulari notarili medievali o negli atti ecclesiastici antichi ci si imbatte nella dicitura tanto promettente quanto misteriosa “in loco ubi dicitur” seguita dal toponimo. La ricerca di questi luoghi indicati solo dalle fonti, quasi sempre lunga ed estenuante, si rivela spesso infruttuosa.
Ma non a Novi di Modena. Qui il caparbio lavoro del Gruppo Archeologico Carpigiano, del Gruppo Studi Bassa Modenese e del Gruppo Storico Novese, coordinato dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio di Bologna, è riuscito a trovare ciò che cercava. E anche di più, ne ha ricostruito la storia.
L’individuazione del sito archeologico di Vicolongo, a metà strada tra Novi di Modena e Concordia sulla Secchia, è figlio di una ricerca durata più di 25 anni. Nessuna strada, nessun corso d’acqua, edificio o consuetudine orale indiziavano nel nome l’antico Vicus Longus. Solo i documenti d’archivio ubicavano in quest’area prima un vicus, menzionato a partire dall’841 nei pressi della pieve di Santo Stefano, e poi un castrum.
Ricerche di superficie e sondaggi più recenti hanno portato prima al recupero di centinaia di reperti tra cui armi, monete e ornamenti anche di grande pregio, e poi al ritrovamento di una porzione del sistema difensivo del castrum e di un manufatto della fase precedente, una fornace, riferibile al vicus citato dalle fonti.
La mostra “In loco ubi dicitur Vicolongo. L’insediamento medievale di Santo Stefano a Novi di Modena” racconta con reperti e immagini la storia di questo sito, posto in un territorio ininterrottamente occupato dall’età augustea alla tarda Antichità, poi trasformato nel castello altomedievale più volte menzionato dai documenti d’archivio.
Allestita fino al 25 aprile nel Polo Artistico Culturale, la mostra è curata dagli archeologi Sara Campagnari, della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio di Bologna, e Mauro Librenti, dell'Università Ca’ Foscari di Venezia, ed è corredata da una guida breve e un catalogo scientifico editi dal Gruppo Studi Bassa Modenese.
L’esposizione offre una visione complessiva dell’insediamento, ricostruendo l’assetto del castello e presentando una selezione di circa 250 reperti che illustrano la vita nel castrum fin dalle sue fasi più antiche.