Jazz a Castelfranco, un omaggio a Steve Grossman a Villa Sorra
Il grande jazz pronto a sbarcare nell’incantevole cornice del Giardino romantico di Villa Sorra, a Castelfranco Emilia. Sabato 17 luglio, con inizio fissato per le 18.30, il Comune di Castelfranco Emilia, in collaborazione con l'associazione Amici del Jazz Modena, presenta un omaggio al grande Steve Grossman.
Protagonisti in scena Valerio Pontrandolfo al sax, Nico Menci alle tastiere, Filippo Cassanelli al contrabbasso, Fabio Grandi alla batteria, pronti a prenderci per mano e a farci apprezzare le musiche di Steve Grossman. Il tutto sarà accompagnato da un gustoso aperitivo offerto a tutti i presenti. In caso di maltempo, il concerto si terrà all’interno della limonaia.
«Con la morte di Steve Grossman – sottolinea Valerio Pontrandolfo - il mondo del jazz ha perso un suo grande esponente che ha regalato concerti di altissimo livello». L’amore di Grossman per la musica inizia fin da piccolo quando già a 8 anni studia il sax contralto a cui presto aggiunge il sax soprano a 15 anni e il sax tenore a 16. Debuttò come professionista nel 1969, sostituendo Wayne Shorter nella formazione di Miles Davis, con cui incise l'album A Tribute to Jack Johnson e dal 1971 al 1973 fece parte del gruppo di Elvin Jones.
Dall'inizio degli anni settanta decide di lavorare come freelance con due formazioni proprie, tra cui lo "Steve Grossman trio” e, dopo essere approdato in Italia per lavoro dagli anni '90, lo "Steve Grossman two tenors quintet”, composto da due sassofoni tenori, pianoforte, batteria e contrabbasso, che fondò a Bologna nel 2005 insieme al sassofonista italiano Valerio Pontrandolfo, con il quale ha girato i più importanti festival di jazz. Dotato di una potente voce strumentale, nella tradizione hard bop, Steve ha avuto al suo attivo collaborazioni con molti dei protagonisti del jazz contemporaneo. Ha inciso 18 album di cui è stato leader, l’ultimo “Homecoming” nel 2010 registrato a New York. La grande sensibilità di Grossman lo aveva portato, soprattutto nei primi anni della sua vita, ad abusare di vizi ma, come ricorda Pontrandolfo, «passati i momenti di crisi e depressione Steve sapeva rinascere, grazie alla sua intelligenza e alla sua ironia che gli permettevano di ritrovare la forza di vivere e di fare musica. Ciò che odiava Steve – conclude – era la falsità di certi ambienti musicali. Lui voleva solo salire sul palco, imbracciare il sax e suonare perché la musica era l’unica cosa che appassionava la sua anima pura»
L'accesso è gratuito con prenotazione obbligatoria (www.evenbrite.it) fino a un massimo di 90 persone.