Lirica, "I racconti di Hoffmann" al Comunale
Va in scena venerdì 23 gennaio 2015 alle 20 con replica domenica 25 alle 15.30 per la stagione lirica al Teatro Comunale Luciano Pavarotti Les contes d’Hoffmann in un nuovo allestimento realizzato in coproduzione fra Fondazione Teatri di Piacenza, Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia e in collaborazione con Opéra de Toulon e Nancy Opéra Passion.
L’opera è diretta da Christopher Franklin, alla guida dell’Orchestra Regionale dell'Emilia Romagna con la regia di Nicola Berloffa. Le scene di Fabio Cherstich sono state realizzate nei laboratori del Teatro Comunale di Modena. Il coro sarà quello del Teatro Municipale di Piacenza diretto da Corrado Casati. Nei ruoli principali del cast si ascolteranno Elisa Cenni (Olympia), Maria Katzarava (Giulietta, Antonia, e Stella), Violette Polchi (Nicklausse), Giorgio Berrugi (Hoffmann) e Simone Alberghini (Lindorf, Coppélius, Dapertutto, Docteur Miracle). L’opera, della durata di tre ore e mezza, viene rappresentata in francese con sopratitoli in italiano.
I Racconti di Hoffmann forniscono tre diversi ritratti della passione amorosa presentati nell’ipertrofia allucinatoria della letteratura romantica tedesca. A tradurre in musica questi eccessi passionali, in miracoloso equilibrio fra verità e sarcasmo, fu Jacques Offenbach, popolarissimo genio dell’operetta francese negli anni Sessanta dell’Ottocento che come ultima prova volle intingere la penna nelle acque torbide del binomio amore/morte.
Nella taverna berlinese di Mastro Lutero - comunicante con un teatro in cui va in scena il mozartiano Don Giovanni -, il malinconico poeta Hoffmann, attende l’amante Stella protagonista dell’opera, e intanto intrattiene una chiassosa compagnia raccontando tre sue bizzarre e tragiche avventure amorose: con Olympia la bambola meccanica creduta figlia del fisico Spalanzani (che verrà distrutta dal suo vero padre, l’ottico-mago stregone Coppelius), con Antonia la cantante figlia del violinista Krespel (innamorata sul serio di Hoffmann ma istigata dal dottor Miracolo a cantare, pur sapendo che ciò l’avrebbe uccisa) e Giulietta la cortigiana (di cui Hoffmann uccide l’amante Schlémil, dopo averle ceduto l’ombra). Alla fine del Don Giovanni (l’azione rispetta sostanzialmente la durata dell’opera mozartiana), Stella rientra tra gli avventori a cercare il poeta: lo trova semiaddormentato in preda ai fumi dell’alcol, e accetta la compagnia di Lindorf. Hoffmann crolla definitivamente sul tavolo. Allora la Musa lo richiama a sé e alla sua ispirazione che non delude, o perlomeno delude meno dell’amore. Prologo e epilogo si svolgono nella taverna: gli atti sono dedicati all’evocazione dei tre fallimenti amorosi. La vicenda fantastica interferisce con la rappresentazione semi-realistica, a tratti ironica, grottesca e surreale, del cammino di un uomo romanticamente tormentato che insegue un assoluto irraggiungibile, anzi due: gli ideali della poesia e la ‘perfezione’ femminile.