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Salvatore Settis racconta l'Italia sismica che non sa ricordare il suo passato

Il professore di Storia dell'arte e dell'archeologia classica presso la Scuola Normale Superiore di Pisa: "Romani e greci sapevano che l'Italia è sismica, però non abbiamo mai saputo diffondere la cultura della prevenzione"

Un'Italia senza memoria della sua storia, del suo territorio, incapace quindi di prendere cura di se stessa. Questa l'analisi impietosa di Salvatore Settis che nel pomeriggio di venerdì 14 settembre, a Sassuolo, ha tenuto una lezione magistrale intitolata "L'Italia dei terremoti: ambiente, tutela, legalità" nell'ambito dell'edizione 2012 del Festival della Filosofia. 

In seguito al sisma e alle sue conseguenze nella provincia modenese, per Settis stato inevitabile interrogarsi su come l'Italia reagisca ai terremoti: "Il primo punto che mi stupisce è come l'Italia, essendo un territorio notoriamente sismico dato che lo sapevano già greci e romani, ogni volta che viene colpita da un sisma si rimane attoniti - ha osservato il docente - Non abbiamo mai saputo diffondere la cultura della prevenzione e questo contrasta con quanto ho sperimentato a Los Angeles, città altamente sismica: lì anche i bambini delle elementari, ogni tre mesi devono fare un'esercitazione da fuga dagli edifici. Ci sono norme per cui è insita nei cittadini l'idea che il terremoto possa arrivare cosa che però non accade in italia".

Discorso analogo per quanto concerne la tutela dei beni culturali: "Nel '96, dopo il sisma che colpì Reggio Emilia, le soprintendenze rispettarono legge per mettere in sicurezza monumenti: c'erano tre campanili in grande rischio che vennero immediatamente posti sotto intervento. Le popolazioni furono sgomberate, ma i campanili messi in sicurezza e dopo 23 giorni gli abitanti poterono rientrare nelle loro abitazioni. Quei tre campanili non sono stati danneggiati dal terremoto del 2012. Oggi, è rimasta impressa nella nostra memoria l'immagine del campanile di Finale Emilia gravemente lesionato: non solo, a Bondeno, nel Ferrarese, il sindaco chiama a raccolta giornali e tv per consentire di assistere alla demolizione del municipio con la dinamite".

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