Teatro: "Roméo et Juliette" tra la tradizione e la modernità
E' stato nel complesso uno spettacolo piacevole e ben interpretato dai cantanti nonostante le leggere indisposizioni che hanno colpito Roméo (Paolo Fanale). Non del tutto convincente invece sul piano della regia
"Roméo et Juliette": la storia è ben conosciuta e facile da rendere banale o da stravolgere maldestramente. Ieri sera, al Teatro Comunale Pavarotti, ne è andata in scena una versione che è difficile da valutare nel suo complesso. A scenografie romantiche, se ne contrapponevano altre scarne e poco emozionanti; a costumi di una bellezza rara, come l'abito nuziale di Juliette nel quarto atto, se ne accostavano altri da teenager anni '90 come quelli utilizzati nella sfilata iniziale. Anche la trama è stata per certi versi modificata: la tragedia non si è aperta con la tradizionale festa a casa Capuleti, ma con una sfilata di moda che avrebbe dovuto lasciar intendere che le avversità tra le famiglie erano dovute alla rivalità tra maison di moda. Sottotono la prima parte dello spettacolo, soprattutto dal punto di vista vocale, meglio la seconda parte con una Juliette che riscatta pienamente le difficoltà precedenti. Buono il Coro del Teatro Municipale di Piacenza, nonostante una sbavatura ritmica, e discreta, anche se non impeccabile, l'Orchestra Regionale dell'Emilia Romagna, diretta da Yves Abel. Uno spettacolo sicuramente piacevole a cui assistere quello inscenato dalla regia di Manfred Schweigkofler, forse un po' troppo pieno di stili differenti e tentativi di accattivarsi la platea senza tralasciare particolari legati alla tradizione per gli amanti del classico e inserendo elementi di modernità per chi invece preferisce la novità.