La Compañía Nacional de Danza de España al Teatro Comunale di Modena
Va in scena giovedì 17 aprile alle ore 21 per la stagione di danza e balletto della Fondazione Teatro Comunale di Modena uno spettacolo in prima italiana della Compañía Nacional de Danza de España. La compagine, fra le più prestigiose al mondo nel panorama del linguaggio classico e classico contemporaneo, festeggia il 35° anniversario di attività e porterà in scena una selezione di alcuni dei brani più rappresentativi del suo repertorio, dal secondo novecento ai giorni nostri.
Il programma si apre nel nome di George Balanchine, paladino dello stile neoclassico, ispirato innovatore della scuola accademica che dall’ex Unione Sovietica fuggì negli Stati Uniti guidando la carriera fulgida del New York City Ballet. Balanchine scrisse decine di coreografie anche per il musical, realizzate per Londra, Broadway e Hollywood.
A questo genere si rifà anche Who cares?, il titolo che apre lo spettacolo, immaginato e messo in scena con New York sullo sfondo - gli scintillanti grattacieli della città a commento scenografico dell’azione – che il coreografo creò su diciassette famosissime canzoni di Gershwin, da lui particolarmente amate.
Con Herman Schmerman di Forsythe, del 1992, si fa un salto in avanti entrando nel merito di uno stile decisamente innovativo, sebbene intimamente legato e ispirato alla danza accademica. Il brano è dedicato a Balanchine e al suo magistero storico, di cui Forsythe, coreografo statunitense per vent’anni alla guida del favoloso Frankfurt Ballet e autore fra i più rappresentativi del teatro di danza attuale, è ritenuto l’erede più autentico e l’originale prosecutore.
Il pezzo non ha trama e si compone idealmente di due parti, un quintetto e una coreografia di coppia con un pas de deux finale che porterà in scena l’italiano Alessandro Riga, fra i migliori ballerini italiani del momento da poco entrato nelle file della compagnia spagnola come “principal”, il rango più alto. Riga ha danzato a Firenze in Steptext, sempre di Forsythe, chiamato da Sylvie Guillem.
Trois Préludes di Ben Stevenson, d’impronta neoclassica, del 1969, sarà un raffinato e sentimentale passo a due sulle note romantiche del pianoforte di Rachmaninov che verranno eseguite dal vivo da Carlos Faxas.
Chiuderanno la rappresentazione due titoli di José Carlos Martínez, oggi direttore artistico della compagnia dopo una carrierà da ballerino, scelto nel 1988 da Rudolf Nureyev per prendere parte al Corpo di ballo de l’Opéra di Parigi di cui nel 1997 fu nominato étoile. La prima coreografia è dedicata all’opera musicale di Delibes; un passo a due che Martinez ha creato nel 2003 su alcuni estratti dall’esotico La Source e dal più celebre Coppelia, il classico in cui si narra dell’orologiaio costruttore di giocattoli e della sua bambola-automa.
Con entrata, adagio, variazioni e coda, Delibes Suite si svolge nel rispetto della più pura tradizione del balletto rievocando i fasti e le mirabilia della scuola accademica dell’Ottocento. Il secondo e ultimo brano è Sonatas, su composizioni barocche di Antonio Soler e Domenico Scarlatti, con magnifici ensemble, elegantissimi costumi e ballerine in tutù, stile tardo-Ottocento; una produzione del 2012 in cui la danza – nuovamente in accordo con la lezione di Balanchine - vive e si esprime in stretto rapporto dialogico con la partitura musicale che ne ha ispirato la creazione.
La Compañía Nacional de Danza, fondata nel 1979 con il nome di Ballet Nacional de España Clásico, ha avuto come primo direttore Víctor Ullate. María de Ávila, Ray Barra e Maya Plisetskaya hanno diretto successivamente la compagnia fino all’arrivo di Nacho Duato nel 1990, che ha determinato un cambiamento innovativo nella storia della formazione. Dopo un anno di transizione sotto Hervé Palito, José Carlos Martínez è diventato direttore della Compañía Nacional de Danza a settembre del 2011. Il progetto del ballerino Etoile del Ballet de l’Opéra di Parigi riguardo alla Compagnia, è basato sullo sviluppo e la diffusione della danza e del suo vasto repertorio, riservando un ampio spazio alla nuova creazione spagnola, senza dimenticare i grandi coreografi di oggi.