"The Hiddens - scritto da, con e per Facebook" al Mattatoyo
Le grandi dittature e i totalitarismi in Italia sono finiti. Un uomo e una donna qualunque hanno imparato a stare sempre dalla parte della maggioranza, la parte del vincitore. Quell’uomo e quella donna qualunque devono arrivare alla fine della settimana, ma c’è tanto da fare, tanto da dire e, sopratutto, tanto da odiare. Così è la vita nel loro piccolo mondo. Per mantenere l’ordine sociale, ogni giorno, c’è da mantenere vivo l’odio. Un certo odio. Una rabbia viscerale da esprimere, verso qualcosa, verso qualcuno. Poche indicazioni dettate dalla televisione o dalla radio e dal Lunedì al Sabato si odia. Stranieri, omosessuali, donne e uomini, il clima, l'ambiente, tutto. Qualsiasi cosa è degna di odio. Perché così è stato detto. Così è stato stabilito.
Ogni replica di The Hiddens nasce da una nuova drammaturgia, mai uguale ma identica nel suo motivo d’essere, perché il copione dell’odio non si dà pace. Le notizie rabbiose si accavallano l’una all’altra con rapidità disarmante e spesso nuove battute sono state aggiunte il giorno stesso del debutto. Con la pausa dalle scene a causa della pandemia, The Hiddens si è nutrito per un anno e mezzo di cattiveria, rabbia, odio viscerale che ora più che mai trova tutto il suo malsano sfogo sui social.