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Siccità estiva, la tecnologia fa “risalire” l'acqua in Appennino

Un esempio concreto di come l'innovazione aiuta la redistribuzione delle risorse. Anni di investimenti Hera per le interconnessioni delle rete idriche l'acqua di Modena sale dalla pianura alla montagna

É opinione diffusa che in montagna l’acqua sia ottima e soprattutto abbondante. Non è così: spesso la montagna “ha sete”, soprattutto in estate, poiché l’approvvigionamento idrico vi è garantito solo da acque di superficie, come torrenti e sorgenti, la cui portata è spesso irregolare e varia col variare del clima. Grazie all’impiego di tecnologie intelligenti è possibile pompare l’acqua verso la montagna dalla pianura dove, grazie alla disponibilità di falde sotterranee, si ha una disponibilità idrica più costante. Nel territorio di Modena, grazie a un consistente investimento di Hera, esiste una delle soluzioni smart per la gestione dell’acqua fra le più innovative del Paese. 

Per combattere la carenza idrica che da tempo attanagliava l’Appennino modenese nei mesi estivi, Hera ha studiato attentamente le potenzialità di ogni fonte di approvvigionamento presente sul territorio e l’erogabilità del sistema acquedottistico, che deve sempre essere abbondante, così da poter fare fronte ad eventuali emergenze. Nelle aree in cui i tecnici hanno rilevato criticità, sono stati realizzati vari interventi di prevenzione, di tipo strutturale e gestionale.

Innanzitutto, per aumentare l’erogabilità, è stato potenziato il potabilizzatore del torrente Scoltenna, che scorre in montagna. L’impianto ha un ruolo centrale nel sistema di approvvigionamento dell’Appennino Modenese e gli interventi operati da Hera hanno permesso di rendere disponibile al consumo 1,5 milioni di litri d’acqua in più ogni giorno. Sono stati installati dispositivi di telecontrollo e telecomando che permettono di eseguire le principali manovre utili alla gestione razionale del servizio sia automaticamente, con l’intelligenza artificiale, sia da remoto.

Dalla pianura, ricca di risorsa idrica, l’acqua ora può compiere un percorso inverso a quello che effettua naturalmente ed essere diretta verso la montagna, dove la disponibilità di risorsa è più esigua perché proviene da fonti superficiali. Questo consente di non dover gestire le carenze in emergenza e di non dover approvvigionare interi centri abitati, meta di turismo estivo, con l’ausilio di veicoli a cisterna. Il risultato è stato conseguito in anni di lavoro, grazie all’utilizzo di moderne tecnologie e a cospicui investimenti.

L’acquedotto gestito da Hera sul territorio modenese ora è sostanzialmente un’unica rete che fa viaggiare l’acqua in tutte le direzioni. Un esempio: la rete di Modena è collegata a quella di Maranello, che a sua volta si connette con le reti della montagna. Così è possibile utilizzare le risorse dei pozzi presenti nelle zone pianeggianti Non si va soltanto dalla pianura alla montagna, ma anche da una valle all’altra. Questa complessa maglia di reti e impianti oggi permette di compiere manovre che sono fondamentali per gestire l’acqua in modo efficiente, utilizzando in modo intelligente e dinamico la risorsa dei pozzi di pianura, delle sorgenti montane o dei corsi superficiali, secondo la disponibilità.

A parità di risorsa disponibile, infatti, si adotta  la soluzione che richiede il minor dispendio di energia. Ad esempio: nel periodo invernale, quando la risorsa idrica è più abbondante in montagna, è possibile convogliarla anche verso la pianura dove scende per gravità, anziché rifornire i cittadini delle località pianeggianti con l’acqua pompata dai pozzi.

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