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Piralide del Bosso, ecco come difendere le proprie piante

Una guida a cura del Consorzio Fitosanitario della Provincia di Modena

Il Consorzio Fitosanitario della Provincia di Modena ha avviato una campagna di prevenzione e di disinfestazione nei confronti della Piralide del Bosso (Cydalima perspectalis). Si tratta di un lepidottero di origine asiatica che, allo stadio larvale, attacca i germogli e le foglie del bosso. La  sua  voracità e le abbondanti popolazioni  possono  portare a gravi  danni sulle piante infestate.

Le notizie in merito al ciclo biologico  della Piralide del Bosso non sono ancora complete, o meglio, non abbiamo ancora certezza di come si comporti all’interno dei nostri areali. Indicativamente possiamo dire che l’insetto può compiere due - tre o quattro generazioni nel corso dell’anno e trascorre l’inverno come larva all’interno del bozzolo sericeo tessuto tra le foglie delle piante.   

Le larve riprendono l’attività trofica all’innalzamento delle temperature primaverili (indicativamente nel mese di aprile), completano lo sviluppo, si impupano e danno origine alla prima generazione di adulti nel mese di giugno. Secondo quanto riportato in bibliografia occorrono circa 30 – 40 giorni per compiere un ciclo completo (da uovo ad adulto).  

L’adulto è una farfalla con ali bianche corredate da una tipica banda marrone scuro sui bordi. L’apertura alare di circa 40 mm.  

Le uova vengono deposte tipicamente a gruppi dagli adulti, in maniera tale da formare delle caratteristiche oviplacche di 15-20 elementi collocate nella pagina inferiore delle foglie. Inizialmente le uova appaiono di colore giallo chiaro, mentre in seguito tendono ad imbrunire lasciando intravedere al loro interno una macchia scura corrispondente alla capsula cefalica nera della larva in via di formazione.
Le larve di prima età sono lunghe circa 1,5 mm, presentano un colore tendenzialmente giallastro con il capo nero. Inizialmente, appena uscite dalle uova, si nutrono in forma gregaria e sono quindi facilmente osservabili in piccoli popolamenti nella pagina inferiore delle foglie. In questa fase la larva si nutre esclusivamente della parte inferiore delle foglie risparmiando l’epidermide superiore.

A partire dalla terza età le larve si nutrono erodendo completamente la foglia che assume un tipico aspetto scheletrizzato a seguito della perdita totale del lembo e della conservazione delle nervature. Le larve in questa fase cominciano a tessere i fili sericei allo scopo di avvolgere mazzetti di foglioline e creare dei “nidi” all’interno dei quali si incrisalidano.

Lo sviluppo larvale avviene con una successione di età variabili (generalmente 5 o 6 stadi) caratterizzati da un progressivo incremento delle dimensioni e da una colorazione che diviene sempre più intensa. Il colore delle larve rimane sempre con una caratteristica tinta di fondo gialla-verdastra con bande laterali nere, mentre appare molto evidente il capo nero. A maturità le larve raggiungono le dimensioni di 38-40 mm.  

La crisalide ha una lunghezza di 20 mm circa e si presenta di colore inizialmente verde chiaro e poi virante al bruno. Le  troviamo nascoste con cura all’interno della vegetazione, avvolte da un bozzolo sericeo biancastro. 

COSA ATTACCA
Come suggerisce il nome, questo fitofago predilige il bosso come fonte nutrizionale.
Possono essere interessate  altre specie, anche se in misura minore.

COSA FARE
Occorre controllare frequentemente le siepi o le bordure di bosso per identificare  l’attacco nella sua fase iniziale.  Soprattutto nei parchi o nei contesti di  pregio possono essere  impiegate  trappole a feromoni per il monitoraggio delle popolazioni.
Ai primi segnali di  infestazione  è possibile  intervenire  utilizzando  prodotti insetticidi registrati.

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