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Politica Via Alessandro Cavazza

Inceneritore, dieci questioni scottanti per Comune e Provincia

Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera di Andrea Candeo, giovane residente di Albareto, che ha scritto agli amministratori locali toccando con dieci domande i nervi scoperti della politica in merito alle scelte operate per l'impianto di via Cavazza

Egregio Pres. Sabattini, Egregio Sin. Pighi, Egregio Ass. Arletti,

sono un cittadino modenese che con grande interesse ha avuto la possibilità di approfondire le problematiche ambientali anche nella partecipazione ad eventi pubblici di altri comuni riguardo al dibattito sulla gestione dei rifiuti e, da anni in qualità di membro della Commissione Ambiente proprio nella Circoscrizione comunale in cui è situato l’inceneritore Hera, ho potuto seguire da vicino le preoccupanti vicissitudini dell’impianto.
Quindi non posso evitare di porre alla Vostra attenzione alcune questioni fondamentali che, vedendo le numerose interviste e gli approfondimenti apparsi sui giornali in questi giorni su questo tema, credo siano le stesse che gran parte dei cittadini vorrebbe rivolgerVi.

1) Ha indignato tutti il fatto che abbiate approvato un documento tanto decisivo per le politiche pubbliche (cioè la modifica della classificazione dell’inceneritore Hera da impianto di smaltimento a impianto di recupero energetico R1 e l’annullamento del divieto di bruciare rifiuti provenienti da fuori Provincia] senza prima discuterne o almeno informare qualche rappresentante pubblico, e per di più anche dopo l’approvazione la notizia sarebbe circolata chissà quando, se non fosse stata scoperta dai consiglieri ex grillini che lavorano in Provincia: il cons. Ballestrazzi ha detto di stare valutando se presentare un’accusa contro di voi presso la Procura della Repubblica per l’omissione d’atti d’ufficio.
C’è qualche coincidenza nel fatto che, pur avendo due mesi interi per esprimervi sull’istanza di Hera, avete deciso di approvare il documento proprio il giorno precedente a Ferragosto, quando l’attenzione dell’opinione pubblica non poteva che essere minima? A cosa sono utili i consiglieri d’amministrazione di Hera, nominati dal Comune di Modena e retribuiti decine di migliaia di euro ogni anno, se non sono nemmeno in grado di informare i cittadini o le rappresentanze politiche? Come è possibile che nemmeno il Sin. Pighi sapesse nulla pur essendo Pres. nel CdA di Hsst-MO spa (socio di Hera)?

2) Quali interessi vi hanno spinti a violare palesemente la disposizione inviata per lettera alla Provincia lo scorso febbraio dall’Ass. regionale all’Ambiente Freda in cui si raccomandava “Se ogni amministrazione provinciale procedesse unilateralmente all’aggiornamento delle autorizzazioni impiantistiche sulla base del fabbisogno di ambito regionale, ci si troverebbe nella situazione assurda di vedere moltiplicato per nove il fabbisogno impiantistico finalizzato allo smaltimento, in palese contrasto con quanto previsto dai principi comunitari che regolano la materia. In conclusione, si ritiene che le amministrazioni provinciali non avendo più la competenza a modificare i propri piani di gestione dei rifiuti non possano altresì procedere alla modifica delle autorizzazioni rilasciate sulla base della pianificazione vigente”? E con quale senso dell’autorità avete potuto assumere una decisione tanto cruciale, visto che l’ente provinciale è vicino alla soppressione e il suo peso si fa sempre più marginale?

3) Vi sembra onesto propagandare che Hera non brucerà rifiuti da fuori regione, quando invece si sa bene che non c’è alcun accordo scritto e che saremo obbligati a bruciarli appena verrà dichiarata qualche emergenza nazionale, dovendo riceverli anche dalle aree in cui la criminalità organizzata gestisce un traffico di rifiuti incontrollabile?
Come potete rassicurarci che Hera non costruirà una nuova linea dell’inceneritore, quando possiede già l’autorizzazione a farlo e ha solo sospeso il progetto, magari aspettando di avere la giustificazione che l’impianto risulti sottodimensionato? Perché non ritirate l’autorizzazione a Hera a costruire nuove linee finchè siamo in tempo, viste anche le raccomandazioni della Federazione Regionale dei Medici a non creare nuovi impianti e un’ ulteriore domanda d’incenerimento per evitare un maggiore impatto sanitario?

4) Questa fretta di concludere il procedimento di riclassificazione dell’impianto c’entra qualcosa col fatto che, se non si fosse fatto, Hera si sarebbe dovuta adeguare alla legge europea che impone di non incenerire i rifiuti recuperabili-compostabili entro il 2020 e alla legge d’iniziativa popolare che intende superare l’incenerimento? Perché avete fatto scegliere ad Hera stessa il proprio ente controllore per la certificazione, alimentando eventuali dubbi su un conflitto d’interessi?

5) Riguardo ad altri possibili conflitti d’interesse, secondo voi è trasparente affidare ad Hera stessa le delicate misurazioni delle emissioni inquinanti in atmosfera che derivano dall’impianto della stessa azienda? Perché non avete mai considerato l’obiezione fattavi secondo cui l’affidare ad un unico ente sia la raccolta dei rifiuti sia il loro smaltimento significa disincentivare la raccolta differenziata, in quanto l’ente è indotto a perseguire solo l’ottenimento di maggiori rifiuti da conferire all’incenerimento?

6) Il Pres. Sabattini nelle interviste si compiace delle positive attese di vita in Provincia, ma si dimentica degli studi che hanno evidenziato nella Provincia di Modena un tasso d’incidenza delle neoplasie tra i più alti al mondo e un tasso di mortalità per tumori maggiore del valore medio nazionale?
Vi siete nascosti spesso dietro al pretesto che “bisogna avere un approccio laico al tema dell’incenerimento”, ma visto che l’enorme letteratura scientifica del caso ha già ampiamente evidenziato, anche nella circostanza di Modena, una maggiore incidenza di tumori-linfomi-sarcomi nei soggetti più esposti alle sostanze cancerogene emesse dagli impianti d’incenerimento, cosa aspettate a fare uno scatto d’orgoglio che restituisca ai Modenesi la priorità della difesa del diritto alla salute? O forse preferite dimostrare di rimanere succubi degli enormi interessi finanziari di Hera?
Perché non fare almeno un referendum consultivo sul destino dell’impianto per conoscere il parere dei cittadini, mettendo da parte le decisioni imposte dall’alto?

7) Meriterebbe un’attenzione a parte la questione, davvero bizzarra, del perché non vogliate ne’ confrontarvi ne’ avvalervi del contributo delladott.sa modenese Antonietta Gatti, uno dei bionanopatologi più noti al mondo che fa ricerche per il Ministero della Difesa, la NATO e il Dipartimento di Stato di Washington, fregiata del titolo di scienziato fra i 32 migliori nel mondo? Il rifiuto di usufruire del suo microscopio elettronico, tra i pochi al mondo in quanto ad approfondimento d’analisi e perciò sicuramente più adatto delle tecnologie ARPA o Hera che riescono a controllare meno di un terzo delle particelle emesse, è forse motivato dal fatto che aveva dimostrato la pericolosità delle polveri d’incenerimento a Modena e altrove?

8) In uno Studio d’Impatto Ambientale di una decina d’anni fa, riconfermato dal prof. Vincenti l’anno scorso, il Dipartimento di Medicina dell’Univ. di Modena e Reggio suggerisce sotto un profilo sanitario di evitare la residenza e soprattutto “il consumo di prodotti agricoli locali specie di origine animale prodotti nelle immediate vicinanze degli inceneritori sino a 1 km”. E nel 2005 su un giornale di META l’ing. Benassi non esclude la presenza di diossina nel Parmigiano Reggiano. Avete fatto qualcosa per eliminare il problema o neanche questo secondo voi è degno di attenzione? Il vostro obiettivo è preservare il patrimonio enogastronomico modenese apprezzato in tutto il mondo o fare di Modena una triste città solo nota per ospitare uno degli inceneritori più grandi d’Italia?

9) Perché usate la giustificazione oggettivamente infondata che l’inceneritore è molto meglio della discarica e, invece di aumentare l’essenziale raccolta differenziata già a rilento rispetto all’obiettivo del 65%, volete porre la priorità sull’incenerimento bloccando lo sviluppo del riciclo e non seguendo la direttiva europea 2008/98/CE che pone l’incenerimento all’ultimo posto nella gerarchia di gestione dei rifiuti?

10) Non vi sembra il caso di riconsiderare la vostra politica sui rifiuti in senso più partecipativo visto che tutte le altre forze elettorali (persino qualche vostro collega di partito), associazioni, molti sindacati e realtà territoriali si sono espressi negativamente sul comportamento nella gestione dell’inceneritore? Non credete di essere caduti nel ridicolo contravvenendo alle decisioni della vostra stessa maggioranza in Consiglio comunale che aveva approvato di non importare rifiuti da fuori Provincia? Siete coscienti delle conseguenze elettorali negative che probabilmente questa vicenda vi porterà, se non cambiate radicalmente la politica e i politici come vi ha scritto il vostro collega Paolo Silingardi?

Andrea Candeo

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