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Profughi, Carpi pronto all'accoglienza di una decina di stranieri

Fa discutere la scelta di Carpi e comuni limitrofi di aprire le porte ai profughi. L'unione precisa: “Saranno poche unità e vincolati a precisi progetti d’inserimento”. E il sindaco Bellelli pensa a querelare i diffamatori su Facebook

Anche le Terre d'Argine, l'unione di Comuni che ruota intorno a Carpi, riaprono le porte agli stranieri richiedenti asilo e inevitabilmente si scatenano le polemiche. Un vespaio di fronte al quale la stessa istituzione ha voluto precisare le proprie scelte con una nota molto chiara: “La disponibilità ad accogliere nuovi profughi sul territorio dei quattro comuni dell’Unione, in numero molto contenuto (una decina in tutto) e a condizione di precise progettualità a loro riservate, nasce dalla considerazione che le nostre comunità, pur non avendone l’obbligo, facendo parte del cratere sismico, così come altri centri colpiti dal terremoto del 2012, si sono sempre rese disponibili a realizzare politiche di accoglienza a favore di queste persone che, ricordiamo, non sono ‘clandestini’ ma profughi di guerra. 41 di loro già vivono qui da tempo e seguono progetti di inserimento in collaborazione con le istituzioni e il volontariato locale, e ovviamente con la Prefettura di Modena e le cooperative che si sono occupate della loro sistemazione abitativa”. 

In buona sostanza, ciò che si sta valutando in questi giorni è l’eventuale ulteriore arrivo di una decina di profughi, una scelta derivante dal nuovo afflusso previsto per il 2016 nella nostra provincia, dove il numero degli stranieri accolti con un bando pubblico da 9,2 milioni supererà quota mille.

Il luogo inizialmente individuato a Carpi (il cosiddetto ‘Biscione’ di via Unione Sovietica) non è il più adatto, visto che proprio questo edificio è interessato da tempo da opere di riqualificazione e monitoraggio da parte della Polizia municipale. Si ritiene che l’arrivo di una decina di persone in un territorio di 105 mila abitanti "non possa rappresentare un problema sociale, a meno che non si voglia strumentalizzare per altri fini questa scelta fatta per responsabilità istituzionale”. 

Tra l'altro, il sindaco di Carpi Alberto Bellelli, pesantemente attaccato sul web e sui social anche sul piano personale, sta esaminando con l’ufficio legale l’ipotesi di procedere con formale querela contro chi ha “stravolto le sue dichiarazioni, trasformandole in ricostruzioni false e attribuendogli frasi non dette, anche sui cittadini colpiti dal sisma, ottenendo così, in modo scorretto, le volute reazioni negative dei cittadini”.

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