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Martedì, 16 Aprile 2024
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Affitti, compravendite e "buchi", lo scandalo Villa Fiorita finisce in Regione

Giulia Gibertoni (M5S) ha presentato una interrogazione sulla sede del distretto sanitario: “Troppi buchi neri nella storia dello stabile a partire dall’acquisto da parte dell’Asl di un’intera società immobiliare, fino ai costi esorbitanti per la ristrutturazione e il pagamento degli affitti”

“La Regione avvii un’indagine interna per ricostruire tutti i passaggi che hanno riguardato l’acquisto da parte dell’Asl di Modena di Villa Fiorita. Tra spreco di denaro, svendita di beni pubblici e mancati controlli crediamo che sia arrivato finalmente il momento di ricostruire la vera (e stravagante) storia di uno scandalo che va avanti ormai da dieci anni”. Giulia Gibertoni, capogruppo M5S in Regione, torna ad occuparsi della vicenda Villa Fiorita, sede del Distretto sanitario di Sassuolo, negli ultimi mesi al centro di roventi polemiche dopo lo scoppio del caso formaldeide.

Ieri la consigliera regionale ha presentato una interrogazione per chiedere alla Giunta e all’assessore Venturi di fare chiarezza una volta per tutte su uno scandalo che con il passare del tempo assume contorni sempre più foschi, soprattutto per quel che riguarda l’utilizzo di denaro pubblico che i vertici dell’azienda sanitaria di Modena hanno messo in pratica in questi anni. “Quella che doveva essere il semplice acquisto di un immobile per il trasferimento della sede unica del distretto sanitario di Sassuolo si è trasformato in una complessa manovra finanziaria che ha prodotto nel tempo un buco per le casse pubbliche di quasi 10 milioni di euro – spiega Giulia Gibertoni – Come è possibile che per acquistare un immobile l’Asl decida di comprare prima un’intera società immobiliare? Come è possibile che per riammodernalo, dopo anni di affitti sprecati per continuare ad utilizzare altre strutture, si faccia una gara di appalto con un ribasso del 49% che poi ha prodotto le gravi conseguenze di cui tutti siamo venuti a conoscenza? Crediamo che su questa vicenda siano ancora molti i punti da chiarire. Bonaccini e Venturi abbiano il coraggio di scoprire le carte e fare finalmente chiarezza. È quantomeno singolare che una Asl, che dovrebbe concentrare tempo e risorse sulla tutela della salute pubblica, si avventuri in operazioni commerciali per l’acquisto di società immobiliari”. 

“I lavori, nonostante l’escamotage del massimo ribasso, sono costati oltre 2 milioni di euro, il 58% in più rispetto a quanto previsto dall’impresa che si aggiudicò il bando – svela Gibertoni – e tutto questo grazie al sapiente utilizzo delle perizie di variante. Ma c’è di più: a quanto ci risulta al momento della consegna dello stabile l’Asl lo prese in carico, e ci trasferì operatori e utenti, senza che fossero conclusi i collaudi dal punto di vista amministrativo e senza che ci fosse certezza della sicurezza antincendio visto che solo molto tempo dopo l’azienda sanitaria corse ai ripari predisponendo una serie di interventi”. 

Dubbi e lacune che riguardano anche un altro edificio di proprietà dell’Asl e la cui storia si lega a doppio filo con quella di Villa Fiorita: l’ex ospedale di Sassuolo. “Anche in questo caso non si può non rilevare la totale schizofrenia nella gestione delle risorse pubbliche da parte dell’Asl visto che si tratta di uno stabile dove sono custoditi affreschi e opere che risalgono al ‘600  e che si è deciso di mettere in vendita predisponendo una nuova stima che probabilmente sarà sicuramente inferiore rispetto a quella di dieci anni fa – conclude Gibertoni - Si svende così un patrimonio dal grande valore storico, culturale ed artistico per mettere una pezza al buco creato in anni e anni di mala gestione e sprechi. La Giunta accerti con scrupolosità i responsabili di questo incredibile pasticcio”. 

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