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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Aimi (Pdl): "C'è voluto purtroppo il morto per far riparlare del degrado in città"

Il vicepresidente del Consiglio Regionale commenta la morte per overdose di un 45enne nei pressi del Palazzo dei Musei

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ModenaToday

"C'è voluto purtroppo il morto per far riparlare del degrado della città di Modena. Mentre molti esponenti di sinistra permangono in stato di perenne ibernazione politica, si torna improvvisamente a parlare di droga, nello stupore generale del postcomunismo geminiano. "Ma come - si saranno chiesti contriti non pochi esponenti della sinistra radical chic - esiste il problema droga in città? Orrore. Anzi: Ovvove!". Ebbene sì, esiste. Ed ora ne deve prendere atto anche chi preferisce rimanere concentrato sulle roteazioni lunari. Mentre i modenesi sbirciando sotto la cintura si stanno occupando di un altro tipo di moto circolare". Lo afferma in una nota il Consigliere regionale Enrico AIMI, vicepresidente provinciale del Pdl.

Il consigliere è intervenuto per rimarcare nuovamente "la situazione di becero degrado in cui sta sprofondando la nostra città colpita proprio nel suo cuore. A partire - toponomasticamente parlando nell'ideale tour della vergogna - proprio dalle panchine che stanno a ridosso di Palazzo dei Musei, divenute "oasi" di tanti maghrebini in seduta permanente effettiva, con orario estivo 11-20 salvo pioggia, con l'adiacente fontanina lì vicina che ha assunto le funzioni di lavabo e lattrina pubblica. Certo, i minimizzatori ad orologeria non si sono ancora accorti della situazione: loro mica si abbassano a fare quattro passi in città in mezzo al volgo. Però è bene che sappiano come stanno realmente le cose, a partire all'approdo quotidiano - proprio lì dove c'è scappato il morto - di tanti extracomunitari solitamente a bordo di biciclette, probabilmente frutto di un "prestito d'uso" verso i bisognosi commercianti (senza licenza  e probabilmente senza documenti) di funghetti allucinogeni e derivati, ovviamente per favorire una migliore integrazione. Una sorta di check point nordafricano, dove ormai è difficile azzardarsi a passare, tra urla, schiamazzi e ogni nefandezza possibile".

"E pensare - ha rincarato - che questa è sempre stata una delle più suggestive porte d'ingresso al nostro centro storico. C'è quindi da impallidire al sol pensiero che chi viene in visita possa trovarsi dinanzi a questo raccapricciante spettacolo, un immeritato, impresentabile e squallido biglietto da visita: un autentico cimiciaio a cielo aperto. Un'altra parte della città passata di mano, ostaggio di dieci o quindici fuorilegge, con molta confidenza con l'arroganza e poca col sapone. Ci si è chiesti perché sono passate tante ore prima di constatare il decesso per overdose di quella povera persona, ingannata doppiamente, dalla vita e dalla droga? In realtà la risposta è molto semplice e risiede nella rassegnazione, conseguenza del terrore che le persone normali avvertono nel volgere lo sguardo verso il degrado e la violenza. Meglio, per molti, guardare avanti e scansare il problema. Nessuno ne fa colpa ad alcuno. Come diceva Don Abbondio nei Promessi Sposi "se uno il coraggio non ce l'ha, mica se lo può dare". Però, fino a quando dobbiamo continuare a credere al falso mito di una immigrazione vista solo come una "grande opportunità"? Coloro che disprezzano la nostra cultura e le nostre leggi, sono ancora in tempo per usufruire di una grande libertà: quella di tornare da dove sono venuti". 

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