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Appalti e criminalità, niente commissariamento per Finale Emilia

Il Prefetto di Modena sta valutando se richiedere gli atti per un'eventuale inchiesta, ma l'Amministrazione finalese può dormire sogni tranquilli. Dura invece la deputata Sarti (M5s): "Sarebbe opportuno che il sindaco facesse un passo indietro". Ferioli: "A disposizione"

Nessuna richiesta di commissariamento per il Comune di Finale Emilia. Anzi, la commissione di accesso prefettizia per passare ai raggi X tutti gli appalti sospetti, in realtà, nemmeno è stata istituita. È quanto emerge dalla visita della commissione parlamentare antimafia oggi in Prefettura a Modena, dove, come ieri a Reggio Emilia, è stato fatto il punto dopo gli arresti della Dda nell'ambito dell'inchiesta Aemilia. La presidente della commissione Rosy Bindi, interpellata sul tema Finale in conferenza stampa, preferisce far rispondere al prefetto Michele Di Bari: "Noi ci limitiamo ad acquisire elementi di conoscenza, e magari dare il nostro parere". Di Bari, da parte sua, smorza così sulla commissione: "Allo stato attuale c'è uno studio di tutto ciò che è successo, nulla di più". E "noi apprezziamo che ci sia un approfondimento di quello che è successo", chiosa Bindi.

Il senatore modenese Pd Stefano Vaccari interviene a chiarire che su Finale "non c'è nessuna richiesta di commissariamento"; e Di Bari aggiunge che "non c'è nemmeno la commissione". Dunque, continua la presidente antimafia, "il prefetto sta valutando se ci sono gli estremi per la commissione di accesso, siamo quindi nella fase previa". Una "fase molto previa", rimarca il prefetto. In ogni caso, "per quanto riguarda il Comune di Finale aspettiamo gli esiti dell'inchiesta del prefetto", conclude la presidente della commissione nazionale.

Decisamente di avviso opposto l'on. Giulia Sarti, membro della Commissione in quota Movimento 5 Stelle. La Sarti, sulla scia di quanto già denunciato dai grillini nella bassa modenese, ha infatti invitato più o meno direttamente il sindaco Fernando Ferioli alle dimissioni, mettendo sotto accusa il rapporto continuativo con la ditta Bianchini, cui sono stati affidati appalti in modo diretto nonostante le interdittive precedenti. “Sono comportamenti che non hanno una responsabilità penale - ha dichiarato la deputata a 5 stelle – ma la politica non dovrebbe sempre attendere le pronunce della magistratura. Dopo i brutti segnali lanciati, il sindaco potrebbe fare un passo indietro”.

"Ribadisco la fiducia e la piena disponibilità - replica Ferioli alla DIRE - ad essere ascoltato da Procura e Prefettura. E ribadisco la totale trasparenza dell'amministrazione e dei suoi atti”. Ferioli, pronto dunque ad essere risentito, non si scompone: "Attraverso i Carabinieri - ricorda il sindaco - già molte carte sono nelle mani degli inquirenti, ma qualsiasi richiesta che possa far luce sul nostro operato è benvoluta e benvenuta". Benvenuta "da parte di tutte le persone che onestamente lavorano e si affannano nel post sisma", scandisce Ferioli, concludendo: "Avendo sempre operato per il territorio, mai e poi mai ci saremmo aspettati di essere coinvolti in un'inchiesta sulla criminalità organizzata, anche solo marginalmente". (DIRE)

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