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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Oltre il Congresso Pd, da Modena un appello per un partito di sinistra "del XXI secolo"

Elettori, militanti e appartenenti alla sinistra modenese, 97 persone in tutto, firmano un manifesto per chiedere una svolta all'interno del campo progressista

La sconfitta elettorale del 25 settembre scorso crea scompiglio nel centrosinistra, specialmente in quello modenese, che tradizionalmente ha potuto contare finora su numeri ampi in questi territori. Mentre il Partito Democratico si organizza in vista del congresso, alcuni esponenti della vecchia guardia della sinistra modenese - fra cui spicca l'ex sindaco Giuliano Barbolini - si mobilitano sottoscrivendo un manifesto che chiede una profonda revisione dell'assetto dell'attuale forza trainante della sinistra, con la nascita di un soggetto politico al passo con i tempi.

L'analisi parte proprio dal congresso "costituente" cui su prepara il Pd, nei confronti del quale non vengono risparmiate critiche: "Riteniamo che non bastano generici appelli all’apertura e alla partecipazione in assenza di una visione del Paese, di un nucleo ideale, di una proposta politica e programmatica e se mancano le principali scelte sulle quale misurarsi per il futuro all’Italia - spiegano i sottoscrittori dell'appello - Il percorso scelto per il congresso che privilegia, ancora una volta, la competizione fra candidati leader o presunti tali, non è - come l’esperienza ha dimostrato - una buona premessa per un processo costituente che voglia definire l’“identità” di un partito collocato robustamente a sinistra. Questa nuova identità, non può essere identificata e determinata dal o sul “candidato che vince”, ma deve emergere e affermarsi sulla base di una chiara piattaforma ideale, politica e programmatica, discussa e condivisa".

Per i veterani della sinistra locale "una nuova, forte e chiara identità può scaturire soltanto da una analisi critica e autocritica degli errori e delle scelte compiute negli ultimi anni, che sono all’origine della sconfitta elettorale e del “voltare le spalle” alla sinistra dei lavoratori e ceti sociali più deboli. È quindi necessario determinare con chiarezza, senza ambiguità, le scelte ideali le opzioni strategiche e gli obiettivi politici che si vogliono assumere. Non basta dichiararsi democratici, ecologisti e per la l’equità, la solidarietà sociale e la parità di genere, bisogna indicare i cambiamenti e le scelte strutturali che si vogliono perseguire, indicando con chiarezza le discriminanti politiche e programmatiche fondamentali sui quali impegnarsi e battersi".

Al centro dell'appello si trovano tre temi, senza risposte tranchant, ma con molte domande: il mercato del lavoro, il welfare e l'autonomia regionale e locale.

Ma oltre la sostanza ci sono anche questioni di forma: "La sinistra del ventunesimo secolo oltre a una nuova identità necessita di una nuova “forma partito”, spiegano i 97 sottoscrittori - Un partito che non può essere “il partito del leader”, né può identificarsi con un mandato amministrativo o di governo. Un partito moderno della sinistra si deve caratterizzare per un proprio “progetto di società” e configurarsi come comunità di iscritti e di elettori, che opera nei territori in modo aperto e in continuo rapporto con la società e le sue espressioni organizzate. Né può essere il partito delle “correnti”; famigerate, stando al dibattito e all’umore manifestato da tanti militanti che le ritengono all’origine dei problemi e della sconfitta elettorale del Partito Democratico. Correnti che però trovano nuova legittimazione e nuove possibilità di strutturarsi e svilupparsi nella acritica scelta e riproposizione delle “primarie” come elemento caratterizzante ed emergente del “percorso costituente” avviato".

"Allo stesso tempo, il partito della sinistra del ventunesimo secolo non può che essere un “partito pluralista”. Un pluralismo che deve manifestarsi e affermarsi attraverso la ricchezza delle elaborazioni e dei contributi, provenienti da culture ed esperienze diverse e che, con in un continuo dibattito e dialettico confronto, deve caratterizzare la vita del partito e portare, di volta in volta, al libero formarsi di maggioranze alle quali spettano le scelte e gli orientamenti negli organi dirigenti, anche attraverso consultazioni vincolanti degli iscritti".

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