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Piano della Mobilità Sostenibile 2030, approvato insieme a 252 osservazioni

Il Consiglio comunale ha approvato il Pums 2030 aggiornato dopo il Covid-19 e lo sviluppo della micromobilità. Accolta la gran parte delle oltre 300 osservazioni

La realizzazione di sei nuove dorsali ciclabili e quattro percorsi dedicati sulla rete secondaria, la trasformazione in “zone 30” di 32 chilometri di strade e la pedonalizzazione di cinque nuove aree del centro storico. E, ancora, l’allargamento della zona Ztl dall’attuale 59 al 94 per cento del centro storico con la conseguente rimodulazione della sosta, la realizzazione di nuove rotatorie all’interno di comparti in via di sviluppo o soggetti a rigenerazione e la realizzazione di 16 studi di fattibilità su alcuni dei principali nodi legati alla mobilità, come Gigetto e il completamento dell’anello della tangenziale.

È quanto previsto dal Piano urbano della mobilità sostenibile per i prossimi due anni, cui si aggiungono anche la riqualificazione di fermate del Trasporto pubblico locale, il potenziamento dei servizi alla ciclabilità e una trentina di interventi volti a risolvere punti critici per la pedonalità e la ciclomobilità.

Il Consiglio comunale, nella seduta di giovedì 16 luglio, ha infatti approvato il Pums 2030, un piano strategico flessibile che pianifica quella che sarà la mobilità cittadina dei prossimi 10 anni individuando obiettivi per il breve, medio e lungo periodo, rispettivamente a due (2022), cinque (2025) e dieci anni (2030). Si è espressa a favore la maggioranza e contro l’opposizione. Il documento sarà consultabile sulla sezione del sito istituzionale dedicata al Pums (www.comune.modena.it/pums). Insieme alla delibera sul Pums sono inoltre stati trattati cinque ordini del giorno correlati.

Il Piano, sviluppato in sinergia con il Piano urbanistico generale (il Pug in fase di redazione), si pone l'obiettivo di migliorare le condizioni della circolazione e della sicurezza stradale, ma anche di ridurre l'inquinamento acustico e atmosferico, nonché ottenere un maggior risparmio energetico, favorendo il passaggio dall’uso generalizzato dell’auto privata alla mobilità dolce, ciclabile e pedonale, valorizzando le aree pubbliche  come spazio condiviso e non più conteso tra auto, pedoni, ciclisti e trasporto pubblico. Con la piena attuazione delle politiche di piano, entro il 2030, potrà essere raggiunto il 20 per cento degli spostamenti quotidiani in bicicletta (+ 8 per cento rispetto a oggi), ottenendo, tra gli altri vantaggi, un risparmio di anidride carbonica che potrà arrivare fino a 8 mila tonnellate all’anno.

Il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, in occasione del dibattio, ha sottolineato come il Pums rappresenti uno strumento di programmazione ("il primo dopo diversi anni") per definire, insieme al Piano urbanistico generale, le linee di sviluppo della "città del futuro" e ha concluso affermando: "Oggi facciamo un passo avanti importante per una Modena sempre più europea, sostenibile, competitiva e attrattiva. Ma abbiamo la consapevolezza che non possiamo fermarci e che dobbiamo continuare il forte processo di innovazione che caratterizza questo percorso di realizzazione della città che lasceremo alle prossime generazioni”.

“Il Piano – ha affermato l’assessora all’Ambiente e Mobilità sostenibile Alessandra Filippi – è stato aggiornato sulla base della mutata situazione per l’emergenza sanitaria da Covid-19. Le nuove modalità di lavoro sperimentate durante il lockdown e in parte ancora in corso, da un lato, e la tendenza delle persone a prediligere modalità di spostamento individuali a garanzia del distanziamento sociale, dall’altro, cambiano lo scenario e la richiesta di mobilità complessiva rispetto solo a qualche mese fa. Grazie alla sua dinamicità – ha proseguito – il Pums è uno strumento adeguato a far fronte al cambiamento e, già prima della approvazione, è stato integrato con due approfondimenti relativi alla mobilità in emergenza sanitaria e alla micromobilità in rapido sviluppo, con un focus particolare sull’utilizzo dei monopattini a prevalente propulsione elettrica”.

Dopo l’approvazione del Documento preliminare Pums e del Rapporto preliminare ambientale a fine 2018, il Pums 2030 è stato adottato dalla Giunta comunale a fine marzo 2019 ed arriva ora all’approvazione in Consiglio, completato il periodo di pubblicazione e di consultazione con i Quartieri, durante il quale sono pervenute circa 300 osservazioni (86 dai Quartieri e 220 da nove soggetti: Co.Ta.Mo, M5s, Italia Nostra, Modena Volta Pagina, Seta, Wwf, Legambiente, Fiab e un privato cittadino).  La gran parte delle osservazioni, istruite e controdedotte, è stata accolta o parzialmente accolta (252, pari all’84 per cento) portando in alcuni casi alla modifica del testo. In particolare, le osservazioni presentate hanno riguardato aspetti come la mobilità dolce e il trasporto pubblico, ma anche la rete viaria, le aree Ztl e pedonali, la sosta e la mobilità elettrica. Sul documento la Regione ha inoltre espresso il proprio parere motivato nell'ambito del processo di Valutazione ambientale strategica con raccomandazioni che attengono in particolare la fase di attuazione e di monitoraggio del Piano. Tutte le fasi di redazione del Pums 2030 sono state caratterizzate da un ampio processo partecipativo, anche con il coinvolgimento di realtà associative e istituzionali della città.

Con l’approvazione del Pums 2030 e del relativo Rapporto Ambientale in Consiglio prende il via la fase di attuazione delle azioni e di monitoraggio in itinere del Piano. L’approvazione del Documento consentirà, tra l’altro, di accedere a finanziamenti per la realizzazione di interventi con fondi europei del Piano operativo regionale – Fondo Europeo di sviluppo regionale Pos Fesr 2014-2020 relativi alla mobilità sostenibile nelle aree urbane.

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