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Ascari (M5S) in visita al San'Anna: "Necessario investire su una detenzione più umana"

La deputata ha effettuato un sopralluogo in carcere, riscontrando diverse problematiche, purtroppo già note

"Ieri sono stata nel carcere di Modena con il garante dei detenuti dell'Emilia Romagna: ho voluto toccare con mano la situazione per capire quali soluzioni adottare al fine di garantire una giusta detenzione, il rispetto dei diritti delle persone private della libertà personale ma anche per tutti gli operatori che lavorano al Sant'Anna". Così l'onorevole grillina Stefania Ascari interviene sulla situazione del penitenziario modenese, dove da tempo sindacati di polizia e associazioni lamentano una situazione non solo di sovraffollamento ma anche di numerose e annose criticità legate anche all'assenza di educatori e alla sezione femminile.

"Come avevo annunciato, dopo aver preso in carico la lettera di protesta di una detenuta ieri sono tornata a visitare la sezione femminile della casa circondariale Sant’Anna. Ringrazio Roberto Cavalieri, la direttrice del carcere Anna Albano, la provveditora regionale Gloria Manzelli e il comandante della polizia penitenziaria Mauro Pellegrino perché si sono mossi subito ed è stata fatta rete. Gli spazi sono quelli che sono, il lavoro anche: bisogna investire in imprese che si avvicinano all'istituto di pena".

"Le problematiche - relative al sovraffollamento, alla mancanza di personale di polizia e di educatori, alla vetustà degli edifici, alla presenza di detenuti con patologie psichiatriche - esistono e riguardano tanto la Casa Circondariale di Modena quanto l’intero sistema penitenziario italiano. Un tema di cui purtroppo non si parla abbastanza. I diritti, non bisogna mai dimenticarlo, sono per tutti, anche per i detenuti. E su di loro bisogna investire applicando una detenzione che sia più umana: dalla pena alla rieducazione, dalla reintegrazione al lavoro. Prima di essere luogo di detenzione, il carcere - continua Ascari - è un luogo di recupero e di civiltà e mai la dignità di chi vi vive e chi vi lavora deve essere compromessa. I dati allarmanti sui suicidi e sulle recidive a livello nazionale purtroppo ci testimoniano che la direzione in cui ci si è avviati è sbagliata e bisogna correggerla al più presto per riportarla in quella indicata dalla Costituzione. Personalmente continuerò a mantenere alta l’attenzione e a insistere perché un corretto adeguamento del sistema penitenziario sia prioritario nell’agenda di Governo".

Da canto suo il Garante regionale dei detenuti, Roberto Cavalieri, ha commentato: "Nel colloquio con la direttrice della struttura è emerso che sono in programma lavori nella sezione femminile per la trasformazione in ‘sezione aperta’, incrementando così le ore di uscita dalle camere. Inoltre, grazie ai precedenti confronti tra i due, è stato programmato l’ampliamento delle ore di socialità in sezione, con la possibilità per le detenute di pranzare insieme in piccoli gruppi nelle camere di pernottamento. Cavalieri rileva però che permangono problemi collegati ai tempi di risposta della magistratura di sorveglianza, ai trasferimenti e anche rispetto alla scarsità di attività socio-occupazionali".

Relativamente alle denunce pubblicate dalla Gazzetta, il garante le ritiene “senza fondamento”, in particolare “per quello che riguarda igiene, violenza nella sezione e inadeguatezza degli spazi comuni”. Per quello che concerne le docce e i bagni nelle celle, aggiunge, “era già intervenuta la direttrice rilevando limiti architettonici nella struttura, perché ormai datata (realizzata prima del 2000, e quindi rispondente alle esigenze di quel periodo)”. È attivo, rimarca, “l’accesso all’acqua calda tramite docce comuni”. Infine, rileva che nella struttura “esiste una programmazione settimanale che prevede il coinvolgimento del volontariato: una compagnia teatrale, società sportive e attività curate da un tecnico della locale Ausl”.

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