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Abbonamenti bus, "Al lavoro per evitare l'aumento di 5 euro"

Giacobazzi in Consiglio rispondendo a un’interrogazione di Poppi (Msa): “Già tolti i 5 euro aggiuntivi”. Seta, intanto, garantisce “soluzione ai disservizi entro domani”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ModenaToday

Seta conta di sistemare entro domani, martedì 2 luglio, i disservizi segnalati da alcuni utenti nel primo giorno del nuovo sistema di bigliettazione “Mi muovo”. Nel frattempo “stiamo lavorando per annullare il costo dei cinque euro per il cambio della tessera, dopo aver evitato i cinque euro aggiuntivi che erano stati fissati solo per l’area di Modena”. Lo ha affermato Gabriele Giacobazzi, assessore comunale con delega alla Mobilità, rispondendo in Consiglio comunale a un’interrogazione di Sandra Poppi (Modenasaluteambiente.it) sulla conversione degli abbonamenti con tessere magnetiche del trasporto pubblico locale nella quale si chiedeva anche se è possibile “sollevare gli utenti” dalla spesa dei cinque euro, magari utilizzando i tre milioni di euro stanziati dalla Regione per l’adeguamento tecnologico.

 “L’impegno a intervenire per i disguidi odierni – ha aggiunto Giacobazzi – lo ha preso l’amministratore delegato di Seta spa Filippo Allegra proprio questa mattina in un incontro nel quale abbiamo affrontato anche altre questioni. Tra le quali, il progetto per un  collegamento veloce tra la stazione ferroviaria di Modena e quella Mediopadana di Reggio Emilia sul quale torneremo nelle prossime settimane”. Rispetto ai cinque euro di costo, Giacobazzi ha confermato il lavoro che si sta compiendo “per evitare questa spesa ingiusta per gli utenti, ma la copertura dei costi non potrà arrivare da quei tre milioni di euro che erano assegnati, con una delibera del 2007, sì agli adeguamenti tecnologici ma non alle tessere magnetiche. In ogni caso, il costo dei cinque euro rimarrà per le tessere nuove e per quelle scadute dopo cinque anni. E si tratta di condizioni migliorative – ha spiegato Giacobazzi – rispetto a ciò che proponeva Atcm negli anni scorsi, visto che i costi erano di dieci euro e la validità della scheda era solo di tre anni”. “Spero si trovino presto le risorse per risolvere una situazione che oggi determina un’ingiustizia: l’utente, infatti, dovrebbe pagare – ha replicato Sandra Poppi – solo se la sostituzione è dovuta a una sua colpa”.

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