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Gay e bacio collettivo, il Pdl: "Libertà di parola per Giovanardi"

Il capogruppo Morandi e i consiglieri Vecchi e Galli difendono il Senatore: per le sue esternazioni sui gay, Giovanardi avrebbe ricevuto minacce di morte anche da alcuni non meglio precisati esponenti dei giovani del Pd

"Icio collettivo, Giovanardi: "Intimidazione da squadristi fascisti"
n queste ultime ore mi sono arrivate decine e decine di messaggi di insulti, di minacce di morte a me e alla mia famiglia, e solo per aver detto cose che riguardano la buona educazione, i comportamenti che devono tenere tutti i cittadini, etero e omosessuali

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". Questo il Senatore Pdl Carlo Giovanardi: l'ex sottosegretario, addirittura, afferma di avere ricevuto minacce alla sua incolumità dopo le sue dichiarazioni alla "Zanzara" di Radio 24 in merito al parallelismo tra il fastidio suscitato da una minzione in pubblico e il turbamento prodotto da un bacio all'aperto fra coppie dello stesso sesso.

GHELFI - E sono proprio queste minacce profferite da non si sa bene chi a fare montare l'indignazione dei fedelissimi del Senatore. Il consigliere provinciale Pdl Luca Ghelfi, più giovanardiano dello stesso Giovanardi, si è spinto ad ipotizzare scenari nefasti per il bacio collettivo organizzato dai Giovani Democratici per domenica pomeriggio: "Troppo facile per le teste calde intrufolarsi - considera Ghelfi - troppo facile farsi forza con i numeri per attaccare chi in fondo ha solo espresso un’idea travisata e comunque largamente preponderante nella società italiana". Secondo il consigliere, si tratta solamente di una polemica mediatica: "Non si può infatti estrapolare alcune frasi dal contesto, per creare un caso dove non c’è - ha sentenziato - In Italia esiste la libertà di pensiero e di parola, e quello che ha detto il Senatore Carlo Giovanardi altro non è che un ragionamento sull’educazione dei comportamenti in pubblico: gli eccessi, anche per comportamenti perfettamente naturali non sono mai positivi. Tutto qui: estrarre due frasi, non rendendo conto del ragionamento complessivo è disonesto intellettualmente". Ghelfi, infine, parla di minacce da parte di non si sa quali soggetti: "Il dissenso in democrazia è salutare, l’insulto violento no - conclude il consigliere provinciale - Certe iniziative ricordano atteggiamenti squadristi (i fascisti organizzavano baci collettivi?, ndr) di chi non accetta il libero confronto. Da chi professa primogeniture in tema di diritti delle persone, rispetto democratico e tutela della Costituzione ci si aspetterebbe una critica ma non attacchi, insulti o manifestazioni di intolleranza".

CONSIGLIO COMUNALE - In questo momento di caldissima stagione congressuale, alcuni consiglieri comunali non hanno potuto esimersi certo dal fornire solidarietà al capo supremo della lista favorita alla guida del Pdl modenese. Il capogruppo in piazza Grande Adolfo Morandi e i consiglieri Olga Vecchi e Andrea Galli hanno manifestato la loro vicinanza al Senatore sotto minaccia: "Esprimiamo solidarietà al senatore Carlo Giovanardi che ha ricevuto decine e decine di messaggi di insulti, di minacce di morte a lui e alla sua famiglia solo per aver detto che i comportamenti pubblici di tutti i cittadini, compresi quelli degli omosessuali, devono rispettare la buona educazione e non devono offendere il comune senso del pudore". I tre consiglieri, in ambito minacce, si spingono oltre Ghelfi e parlano esplicitamente di attacchi illeciti da parte di non meglio precisati esponenti dei Giovani Democratici: "I comportamenti intimidatori tenuti da alcuni, tra cui giovani del Pd, per manifestare il proprio dissenso, sono inaccettabili e giustamente Carlo Giovanardi li ha stigmatizzati ricordando che sono gli stessi metodi utilizzati dagli squadroni fascisti - concludono i consiglieri - chi ha rispetto per la democrazia, deve consentire che ciascuno esprima le proprie idee; le può confutare, ma nel rispetto dell'opinione degli altri, senza usare
metodi indimidatori e dispregiativi".

MA CHI È CHE MINACCIA? - Premessa la condanna della gravità di eventuali minacce di morte alla persona di Carlo Giovanardi e ai suoi cari, occorre fare alcune considerazioni: in merito alla denuncia fatta dall'On. Isabella Bertolini sulla presenza di esponenti della criminalità organizzata fra i nuovi tesserati Pdl, il Senatore stesso e i suoi compagni di "cordata" negli ultimi giorni hanno ribadito in tutte le salse come la vicepresidente dei deputati Pdl avrebbe dovuto indicare nomi, cognomi sospetti prima alla Procura della Repubblica, poi alla stampa. Giovanardi e i suoi sodali, guarda a caso, hanno tenuto lo stesso comportamento dell'"odiata" Bertolini rimanendo sul generico e additando dei non meglio indicati "esponenti" dei Giovani Democratici fra gli artefici di minacce e attacchi violenti. Così facendo, la difesa d'ufficio giovanardiana perde irrimediabilmente di credibilità e assume sempre più i tratti di un'improbabile arrampicata sugli specchi per difendere l'insita inutilità dell'ennesima esternazione di un esponente politico rimasto a corto di argomenti per fare parlare di sé sui mass media.

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