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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Ballottaggi, il Pd modenese fa i conti con la voglia di cambiamento

Il centrodestra si aggiudica i due principali comuni della provincia, costringendo il Partito Democratico ad una profonda riflessione. Il segretario Lucia Bursi: “Ha prevalso la voglia di cambiare a prescindere”

Già nel 2014 il ballottaggio a Modena aveva fatto suonare un campanello di allarme nel centrosinistra locale, che per la prima volta aveva visto eroso in maniera significativa il proprio consenso. Un segno dei tempi che cambiano - con un astensionismo in rapida crescita e un sistema ormai tripolare grazie all'ascesa del Movimento 5 Stelle - che si è concretizzato in maniera amara per i democratici anche in queste elezioni amministrative. Pur trattandosi di due soli comuni, Finale Emilia e Pavullo, il Partito Democratico accusa il colpo.

Le vittorie del centrodestra nella Bassa e in Appennino sono probabilmente diverse nelle dinamiche che le hanno rese possibili, ma emerge con chiarezza un fattore comune, che lo stesso Pd riconosce: la voglia di cambiamento. In altre parole, gli elettori pavullesi e finalesi hanno deciso di chiudere con la continuità amministrativa lunga ormai molti decenni, affidandosi alla controparte di centrodestra, per tanti anni relegata al ruolo di opposizione.

“Il Pd esce sconfitto dai ballottaggi a Pavullo e Finale Emilia – commenta il segretario provinciale Lucia Bursi - Non è solo un fenomeno locale, come i casi di Roma e Torino ci dimostrano, ma questo non ci esime dall’aprire una riflessione più ampia per individuare le ragioni che hanno portato a questa situazione”. 

“Come avevamo constatato che al primo turno, nelle nostre zone, i candidati dei 5stelle non erano riusciti a sfondare, al secondo turno constatiamo come i voti dei 5stelle sono confluiti sui candidati di centrodestra”, prosegue la Bursi analizzando quei flussi elettorali che sono apparsi pouttosto evidenti sin dai primi momenti dello scrutinio. Sia a Finale che a Pavullo, infatti, è tranquillamente ipotizzabile che la crescita di Palazzi e Biolchini sia da attribiire proprio ai voti grillini, i cui candidati non sono riusciti a superare il primo turno. Dinamica che invece non ha funzionato a sinistra, dove le coalizioni alternative al Pd non hanno fornito supporto ai democratici al ballottaggio.

Per Bursi, dunque, è “evidente una domanda di cambiamento a prescindere, come il caso di Varese e Cesenatico dimostrano. Sapevamo che a Finale Emilia la situazione era complicata, ma sembrerebbe non essere più solo, o perlomeno non soltanto, un tema di candidati. Sia a Pavullo che a Finale Emilia i candidati del centrosinistra erano preparati, giovani e competenti: voglio, infatti, ringraziare di cuore Stefano Iseppi e Elena Terzi per essersi messi a disposizione delle proprie comunità con passione ed energia. C’è, insomma, un elemento più profondo che dovremo indagare: si impone una riflessione sul modello complessivo della politica e del governo dei territori, anche a livello al nazionale. Per cominciare a discutere quanto avvenuto, convocheremo al più presto la Direzione provinciale del partito”. 

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