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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Asili nido, quasi metà dei bambini esclusi. Anche il Pd chiede lumi alla Giunta

La programmazione del servizio 0-3 anni ha mostrato un evidente "fuorigiri", tra aumento delle domande di ammissione e contemporanea riduzione dei posti

Preoccupa molte  famiglie la situazione relativa all'ammissione dei bambini ai nidi d'infanzia del Comune di Modena. Quest'anno, infatti, il servizio ha mostrato diversi limiti, con il risultato che poco meno del 50% delle richieste non sono state soddisfatte. Tradotto in termini numerici, circa 570 famiglie al momento non hanno la sicurezza di poter affidare i loro figli ad un nido e nella maggior parte dei casi dovranno provare a rivolgersi al privato.

I posti a bando per il prossimo anno educativo erano 728, distribuiti tra strutture comunali, della Fondazione Cresci@mo, appaltate e convenzionate aziendali e non: un mix di possibilità che costituisce il sistema integrato di Modena per l’infanzia che però non è ancora sufficiente a far fronte alle richieste. Da un lato in virtù di un aumento delle domante, passate da 1.197 del 2021 a 1.301 di quest'anno, e della riduzione dei posti, passati da 779 dello scorso anno ai 728 odierni. In ogni caso, anche con queste differenze, i numeri non tornano lo stesso.

Il caso è stato affrontato anche dallo stesso Partito Democratico, che ha depositato un’interrogazione in cui si chiede a sindaco e giunta le cause dell’aumento delle domande per un posto all’asilo nido, e cosa intenda fare l’amministrazione per venire incontro alle tante famiglie rimaste fuori dalla graduatoria.

Il capogruppo Pd in Consiglio comunale Antonio Carpentieri, la segretaria cittadina Federica Venturelli e la responsabile Scuola Pd città di Modena Federica Di Padova, hanno depositato un’interrogazione in cui si chiede quali misure intenda prendere l’amministrazione per arginare il problema delle famiglie escluse dalla graduatoria degli asili nido.

Il capogruppo Pd in Consiglio comunale Antonio Carpentieri, la segretaria cittadina Federica Venturelli e la responsabile Scuola Pd città di Modena Federica Di Padova, firmatari dell’atto ispettivo, sottolineano tuttavia come Modena sia tra le città italiane che offre una maggiore copertura di posti nido rispetto ai residenti, con una copertura di oltre il 45,5 per cento superando le indicazioni della normativa europea che richiede almeno il 33 per cento e di quella nazionale che è ferma intorno al 25 per cento. “

Negli scorsi anni – chiosano gli esponenti Dem - abbiamo assistito alla riduzione della domanda di servizio e tenuto conto dell’offerta, si era arrivati all’eliminazione, di fatto, delle liste di attesa. Però, nell’ultimo biennio, le domande di asilo nido a Modena, pur in un contesto di calo demografico, risultano crescenti e la situazione di quest’anno deve essere risolta al più presto attivandosi presso la Regione Emilia Romagna per ottenere specifiche risorse destinate ad aumentare i posti disponibili nelle strutture a gestione diretta, convenzionate e appaltate. Per questo chiediamo alla giunta se sia stata avviata una programmazione dei posti nido con tutti i gestori autorizzati al funzionamento che avevano intrapreso il percorso di accreditamento per consolidare l’assetto dei posti già contrattualizzati e arrivare ad un aumento dei posti; e se esistono già politiche di sostegno per le famiglie meno abbienti nel pagamento delle rette qualora scegliessero gli asili privati".

Decisamente più veemente la protesta dei Rifondazione Comunista: "Non è servito a nulla esternalizzare i servizi educativi 0-6 anni per aggirare il divieto di assumere personale e garantire la continuità del servizio rivolto alla fascia di età 0-6 anni. La Fondazione Cresci@mo e il Comune di Modena non sono stati in grado di dare una risposta alla metà delle famiglie che hanno fatto domanda per inserire i propri figli nelle strutture educative.  Un numero altissimo, una situazione drammatica per le famiglie che adesso devono aspettare e sperare in qualche rinuncia, o trovare soluzioni alternative prima del mese di settembre. Famiglie dove entrambi i genitori lavorano e non hanno aiuti dalla rete parentale".

"Come è potuto accadere tutto ciò? - si chiede la segretaria di Rifondazione Elena Govoni - L’assessora si giustifica parlando di un aumento imprevisto di richieste. Imprevisto in che senso? Se i servizi demografici registrano puntualmente i nuovi nati e i nuovi resistenti in quella fasce di età e dialogano con i servizi educativi, come si può parlare di imprevisto? Sarebbe più corretto parlare di errore nella programmazione".

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