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Bonus di 600 euro, il consigliere leghista Stefano Bargi sospeso dal partito

Dopo la polemica delle scorse ore il capogruppo della Lega in Regione ha reso noto il provvedimento nei confronti dell'esponente sassolese

Il consigliere regionale modenese della Lega, Stefano Bargi,  che ha richiesto e ottenuto il bonus partita Iva di 600 euro è stato sospeso dal partito. Lo ha reso noto poco fa il consigliere Matteo Rancan, capogruppo Lega Salvini Premier nel Consiglio regionale dell'Emilia Romagna.

"Il provvedimento disciplinare è identico a quello assunto per i deputati che si trovano nella medesima situazione. L’immagine della Lega e la buona volontà di migliaia di sostenitori non possono essere offesi da comportamenti sconvenienti, per quanto del tutto legali”, ha aggiunto Rancan.

Anche il nome di Bargi - che gestisce in società un locale pubblico a Maranello - si era aggiunto a quello di parlamentari e consiglieri regionali che avevano, legittimamente, avuto accesso al bonus di 600 per i liberi imprenditori, come consentito dalle misure di sostegno al'economia nel corso dell'emergenza Covid.

Bargi aveva giustificato la cosa spiegando: "L'associazione di categoria alla quale siamo iscritti ha avanzato, a nome della società, la richiesta del bonus che ci è stato riconosciuto, singolarmente, come soci. Sinceramente non pensavo nemmeno che arrivasse e quando ho visto che era arrivato, e di averne diritto, l'ho reinvestito in azienda. Così è andata, in assoluta buona fede".

Ora pero il sassolese, già commissario provinciale del partito, rischia conseguenze pesanti. La Lega ha infatti deciso di non transigere sull'accaduto, che pur essendo del tutto legittimo - ogni politico può essere anche imprenditore nella vita privata e quindi accedere al contributo in questione - è stato ritenuto politicamente sconveniente.

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