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Baruffi (Pd): "Referendum, un esempio straordinario di disobbedienza civile”

Grande soddisfazione del segretario del Pd Davide Baruffi per l’esito della consultazione Il Partito democratico aderisce alla manifestazione che si tiene alle 18 in piazza Grande

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ModenaToday

«E’ stato un esempio straordinario di disobbedienza civile. Disobbedienza perché i modenesi e, con loro, milioni di italiani, non hanno ascoltato le sirene del premier e dell’alleato Bossi che li invitavano a non votare; civile perché si sono riappropriati del diritto di dire finalmente la loro su questioni vitali come l’acqua, l’energia, la giustizia. L'immagine di Berlusconi "al mare" che invita gli italiani al disimpegno, da un lato; i cittadini alle urne per occuparsi del proprio futuro e di quello del Paese dall'altro. E' questa la rappresentazione plastica di un divorzio definitivo tra italiani e governo. Il popolo si è espresso e ha bocciato sonoramente leggi inique volute dalla destra. Quel popolo tante volte evocato dal premier per legittimare il proprio potere - anche al di là delle regole democratiche e dei principi costituzionali - ha espresso il suo giudizio inappellabile. Che non riguarda solo questioni circoscritte come la gestione degli acquedotti, la costruzione di centrali nucleari e il legittimo impedimento ma, indirettamente, le scelte di fondo di una maggioranza che, nel Paese, maggioranza non è più. Non abbiamo mai interpretato questi referendum, al pari delle amministrative di due settimane fa, come una spallata, ma come un'occasione straordinaria per i cittadini di esprimersi democraticamente su questioni cruciali.

Il durissimo uno-due delle amministrative e del referendum sancisce il fallimento definitivo del berlusconismo come cultura, come metodo di governo, come risposta alla crisi. Se fosse un premier responsabile Berlusconi ne prenderebbe atto, per il bene del Paese e delle Istituzioni. Ma sappiamo che non lo farà. E’ auspicabile che qualcun altro, all’interno della maggioranza, si assuma l’onere di una scelta ormai inderogabile e metta fine all’accanimento terapeutico nei confronti di un esecutivo che ha ampiamente dimostrato la sua incapacità di guidare il Paese. Prima questo accadrà e meglio sarà per tutti».

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