rotate-mobile
Politica

Bonaccini dopo il voto: "Ora congresso di rigenerazione, serve un nuovo centrosinistra"

Il presidente di regione scansa le avance per la guida nazionale del partito: "Letta? Non mi pento di averlo sostenuto". E per il futuro: "Ora bisogna ripartire dagli amministratori"

La sconfitta del Pd e del centrosinistra alle elezioni non è colpa (solo) di Enrico Letta. A difendere il segretario dem è Stefano Bonaccini, presidente dell'Emilia-Romagna, nel corso di un incontro stampa convocato oggi pomeriggio davanti alla sede della Regione a Bologna per analizzare il voto di ieri. Il risultato per il Pd "è negativo ed è inutile che minimizziamo- afferma Bonaccini- e ho apprezzato che non lo abbia fatto neanche Letta. Dico però a Enrico che la sconfitta non è mai responsabilità di uno solo. E quindi non è solo sua. È una responsabilità collettiva, si vince e si perde insieme".

Anzi, aggiunge Bonaccini, "io lo ringrazio per il lavoro che ha fatto. Sono tra quelli che lo chiamò quando era a Parigi e lo ringrazio di essersi messo a disposizione in un momento difficile. Non mi pento di aver fatto quella telefonata, perché Enrico è una persona seria e perbene". Bonaccini si dice "d'accordo" con Letta anche sul fatto che "adesso dobbiamo discutere in maniera ordinata, non disordinata ed emotiva, e farlo bene. Lo aveva detto anche Romano Prodi qualche giorno fa. E la scelta di Enrico di chiudere un cerchio ci mette nelle condizioni di farlo senza dover mettere la polvere sotto il tappeto o viceversa pensando che ancora una volta basti cambiare segretario per risolvere tutto". Secondo Bonaccini, del resto, la crisi dem "viene da più lontano. Il Pd è nato 15 anni fa per unire riformisti, democratici e progressisti in una casa più grande. Se diventa strutturalmente un partito più piccolo vuol dire che si è persa la sintonia col Paese reale", ammonisce il governatore.

Elezioni | Nei collegi modenesi centrosinistra ancora avanti, 4 elessi su 5 all'uninominale

Verso il congresso del dopo-Letta

Il congresso del Pd deve essere "l'occasione per una rigenerazione" del partito. Ma guai a "ripartire dai nomi e cognomi prima che dai contenuti. Ognuno farà la sua parte, e anche io la farò. Ma non è questo il momento". A dirlo è il presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, durante il punto stampa convocato nel pomeriggio a Bologna davanti alla sede della Regione per analizzare i risultati elettorali. "Vi prego- avverte Bonaccini parlando coi cronisti- non partite con le domande su chi si candida al congresso e su cosa farò. In questo momento io non faccio nulla, perché non mi interessa proprio nulla, se non avere questa occasione del congresso. E ringrazio Enrico anche per come si è messo a disposizione per condurlo in maniera ordinata nelle prossime settimane". Secondo Bonaccini, il congresso dem "deve essere una grande occasione di rigenerazione, sia sui contenuti sia sulle classi dirigenti sia come modo di stare come forza politica. Ma soprattutto- avverte il governatore- non abbiamo bisogno di ripartire da nomi e cognomi. Ognuno di noi, e anche io, faremo la propria parte. Ne discuteremo. Ma non è oggi il momento, che il congresso non è ancora convocato, di avviare una discussione che troppo spesso ha visto il Pd partire dai nomi e non dai contenuti, e dal bisogno che ha di provare di rigenerarsi e di discutere, prima delle alleanze, di quale identità e profilo intende darsi per il Paese". Il discorso Bonaccini lo fa per stesso, ma anche "per Elly Schlein- precisa, rispondendo a una domanda sulla sua vicepresidente come possibile candidata al congresso Pd- in questo momento l'unica cosa che non ci serve sono i nomi che precedono i contenuti e l'idea di Pd e di Paese che abbiamo. Certamente non mi metto a fare una discussione sui singoli", afferma Bonaccini.

"Darò il mio contributo perché il Pd non si perda". Lo assicura Stefano Bonaccini, presidente dell'Emilia-Romagna, durante l'incontro stampa convocato oggi pomeriggio davanti alla sede della Regione a Bologna per analizzare i risultati elettorali. "Non so cosa si potesse fare di più- dice Bonaccini a proposito della sconfitta del Pd- tutti noi auspicavamo di vincere. Non ci piacciono le sconfitte. Ma la sconfitta c'è, lo ha riconosciuto Enrico Letta e lo riconoscono tutti. Ora dobbiamo ripartire da qui, l'importante è non perdersi. E io darò il mio contributo perché il Pd non debba perdersi, perché secondo me, tra mille difficoltà, le ragioni per le quali il Pd è nato ed è ancora oggi il secondo partito del Paese, ci sono tutte. E un futuro centrosinistra non può prescindere dal Pd". Negli ultimi anni, aggiunge Bonaccini, "il Pd ha fatto bene a mettersi a disposizione del Paese in un momento drammatico. Le scelte compiute in passato sono state scelte giuste, dal punto di vista di assumersi una responsabilità di governo. È inutile tenere la testa rivolta indietro. Ora ci dovremo mettere a disposizione per un progetto che guardi avanti e guardi al futuro", insiste il governatore. 

 Insieme alla "rigenerazione" del Pd occorre "costruire anche un nuovo centrosinistra". Perchè sia "più efficace l'opposizione in Parlamento" e perchè "non si rischi di perdere alle prossime amministrative". A mettere in guardia è il presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, incontrando la stampa questo pomeriggio a Bologna per analizzare i risultati elettorali. "Io adesso sono per ripartire dal Pd", mette in chiaro Bonaccini. Ma "se è vero che da soli non si va da nessuna parte- aggiunge- è altrettanto vero che un partito che oscilla tra il 18 e il 20% non ci basta. Serve un progetto più forte e più grande, che torni a parlare di più e meglio con le persone. E' venuto il tempo di confrontarsi su questo, su ciò che il Pd rappresenta e vuole rappresentare". Il compito dei dem, afferma Bonaccini, "non è solo arginare la destra, ma dare un progetto agli italiani su cui valga la pena scommettere in prospettiva". E ammette: "Certo che c'è anche un problema di alleanze, solo un cieco non lo vedrebbe. E io credo che Letta ce l'abbia messa tutta da questo punto di vista, pur nei limiti delle condizioni date". E' anche vero però che "con una coalizione più larga avremmo vinto quasi tutti i collegi- sottolinea Bonaccini- lo dicono i numeri. Dopodichè abbiamo cercato di fare il massimo possibile". Ora però, esorta, "insieme a un Pd nuovo e più grande bisogna costruire anche un nuovo centrosinistra, altrimenti rischierà di essere meno efficace l'opposizione in Parlamento e rischieremmo di non vincere alle prossime amministrative se non riuscissimo a ricostruire un senso comune per stare insieme anche con altri".

L'Emilia regge l'urto

In Emilia-Romagna il Pd resta il primo partito e il centrosinistra regge l'urto dello 'tsunami' Fdi. Questo "conferma che il livello di apprezzamento e gradimento che abbiamo saputo guadagnare in questi anni non sta minimamente calando". A dirlo è il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che prova così a guardare il bicchiere mezzo pieno, quantomeno a livello locale, dopo la debacle del centrosinistra alle politiche di ieri. "Solo pochi mesi abbiamo stravinto le elezioni amministrative- sottolinea Bonaccini- parlando di contenuti e mettendo in campo una classe dirigente migliore di quella della destra. E non vincemmo perchè l'Emilia è rossa: di roccaforti, come si è visto, non ce ne sono". Bonaccini ricorda che alle politiche del 2018 il primo partito in Emilia-Romagna era l'M5s, mentre alle europee del 2019 era la Lega. "Credo che faccia bene la destra emiliano-romagnola a festeggiare, ne ha il diritto- punge quindi Bonaccini- ma dico anche: contenete la festa, perchè avete visto nei risultati cosa siamo ancora capaci di fare da queste parti". Il presidente si dice infatti contento nel vedere che "se si mettono insieme i consensi delle forze politiche che governano insieme questa Regione, ritroviamo più o meno le stesse percentuali che avevamo come coalizione quando abbiamo vinto qui le elezioni, mentre la destra comunque registra un arretramento di cinque o sei punti". L'Emilia-Romagna, continua l'analisi Bonaccini, è "l'unica Regione in Italia dove il Pd è ancora il primo partito, anche se è ben poca cosa di fronte alla delusione di questa netta sconfitta". I numeri quindi "qui confermano comunque che il livello di apprezzamento e di gradimento che abbiamo saputo guadagnare in questi anni non sta minimamente calando- rivendica Bonaccini- pur in un momento in cui la prova è stata così complicata a livello nazionale". In ogni caso, ammonisce il presidente, "grande prudenza e piedi per terra. Non avevamo certo bisogno di queste elezioni per sapere che la destra è forte anche in Emilia-Romagna".

Un altro elemento che Bonaccini vuole rimarcare con soddidfazione è il dato dell'affluenza. "Anche se pure qui con una contrazione- segnala il presidente- in Emilia-Romagna tre quarti dei cittadini sono andati a votare. Questo mi rassicura e mi fa piacere, indipendentemente da come abbiano votato". (DIRE)

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Bonaccini dopo il voto: "Ora congresso di rigenerazione, serve un nuovo centrosinistra"

ModenaToday è in caricamento