Un buco da 300 milioni per la sanità emiliano-romagnola, "Ma niente commissariamento"
L'Assessore Donini è ottimista sui bilanci delle Ausl e spiega che la "voragine" sarà appianata nei prossimi giorni. Perplessità di Forza Italia
Un buco di poco più di 300 milioni di euro, ma che secondo l'assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini, verrà interamente chiuso nelle prossime settimane, utilizzando i risparmi fatti in questi anni. Ci sarebbe la svolta sui conti della sanità dell'Emilia-Romagna, a quanto fa sapere Donini: i dettagli verranno però forniti domani, nel corso di una audizione in commissione regionale dedicata all'argomento.
A tornare all'attacco sui conti della sanità, andati in tilt per le spese Covid non rimborsate dal Governo e sull'aumento dei costi energetici, è stata oggi al question time la forzista Valentina Castaldini. "I bilanci delle Asl sono in prognosi riservata. Il calcolo che ho fatto porta a 838 milioni di buco nei primi dieci mesi dell'anno, una voragine che deve essere riempita. E non possiamo pensare che il Governo vari una finanziaria solo per colmarla". Secondo Castaldini non a caso la "parola commissariamento circola sempre più insistentemente anche nei corridoi della giunta".
Ma Donini fornisce una versione molto meno drammatica della crisi, "La cifra reale è meno della metà di quella fornita da lei e arriverà allo zero nei prossimi mesi", assicura il titolare della sanità. Dunque "pareggeremo anche il bilancio 2022, con risorse aggiuntive del bilancio regionale e accantonamenti che avevamo messo in campo". Dunque "non c'è nessun rischio di commissariamento", assicura.
L'assessore sottolinea in ogni caso che in conferenza delle regioni è passato il criterio che nessun bilancio regionale possa chiudersi in disavanzo a causa delle spese Covid e delle spese energetiche, il cui aumento a questi livelli "non era prevedibile". Castaldini però è perplessa e si chiede "come abbiamo fatto a recuperare 500 milioni dalla fine di ottobre ad oggi". Comunque un "piano di rientro è necessario. E servono nuovi modelli organizzativi". (DIRE)