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Nuovo impiano sciistico del Corno alle Scale, il Club Alpino: "Progetto vecchio e assurdo"

Anche il Presidente del CAI Emilia Romagna Vinicio Ruggeri invita il Governo e le Regioni Toscana ed Emilia Romagna a destinare le risorse ad uno sviluppo appropriato della montagna, rinunciando alla funivia alle pendici del Cimone

Dopo le perplessità giunte da più parti, anche il Club alpino italiano dell'Emilia Romagna esprime una ferma contrarietà alla realizzazione degli interventi per la sostituzione e l'ampliamento degli impianti di risalita tra il Corno alle Scale (Comune di Lizzano Belverere – BO) e il comprensorio sciistico di Doganaccia (Comune di Cutigliano – PT), che amplierebbe di fatto fino alla stazione bolognese il comprensorio sccirstico del Cimone.

La presa di posizione del CAI fa seguito all'intesa per la promozione dell'offerta turistica dell'Appennino siglata alcuni giorni fa a Sestola tra le Regioni Toscana ed Emilia Romagna, alla presenza del Sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti. Un accordo che vale oltre 20 milioni di Euro, questa la cifra complessiva destinata dal Governo a sostegno del progetto, a cui la Regione Emilia Romagna aggiungerà altri 6 milioni di Euro.

“Colpisce lo strabismo della Regione Emilia Romagna, che da un lato con il sistema delle Aree protette tutela le peculiarità ambientali e culturali della montagna e promuove un turismo dolce a basso impatto ambientale (primo fra tutti il recente investimento di 1.300.000 Euro per l'Alta Via dei Parchi) e dall'altro continua a voler investire risorse su un modello di sviluppo fondato sulla monocultura dello sci da discesa, ormai in evidente crisi a causa delle mutate condizioni climatiche”, afferma il Presidente del CAI Emilia Romagna Vinicio Ruggeri. “Dai dati sull'innevamento in Appennino appare evidente un calo generale delle precipitazioni e uno spostamento in avanti dell'inizio delle nevicate necessarie a garantire la sciabilità delle piste. Il balletto dei trasferimenti di proprietà degli impianti del Corno alle Scale – sempre in perdita - verificatosi negli ultimi 20 anni e l’inattività degli impianti nei periodi natalizi per mancanza di neve ne sono la prova”.

Dalla parte emiliana il progetto prevede un nuovo impianto nella Val di Gorgo, che parta dai bar-ristoranti alla base delle piste e salga alle spalle del bivacco invernale sul lago Scaffaiolo. Si tratta di una valle frequentata assiduamente da camminatori in ogni stagione, in inverno con le racchette da neve e da scialpinisti, per la sua bellezza non deturpata da impianti di risalita. L’impianto, inoltre, sarebbe in gran parte compreso nel SIC/ZPS (Sito di Importanza Comunitaria e Zona di Protezione Speciale) Monte Cimone, Libro Aperto, Lago di Pratignano, un'area sottoposta a "Misure Generali di Conservazione" dalla normativa regionale.

Il CAI Emilia Romagna evidenzia le tendenze in atto del turismo in Appennino: dal rapporto dell'Osservatorio turismo Unioncamere Emilia Romagna “Il turismo in Emilia Romagna nel 2015” si ricava che nell'inverno 2014-2015 ci sono state 375.000 presenze (+4,7% sul 2013-2014), mentre nell'estate 2015 1.663.000 presenze (+3,7/% su estate 2014). “Da cui si deduce che se il turismo invernale aumenta un po' più del turismo estivo (e sarebbe necessario scorporare il dato tra sciatori e altri frequentatori di ambiente innevato), l'Appennino verde pesa per l'82% di presenze sul turismo montano (e per il 69% di arrivi, quindi con permanenze maggiori che in inverno)”, continua Ruggeri. “Lo stesso rapporto sottolinea inoltre che l'elemento mancante per una completa declinazione turistica della montagna verde e naturale è quello dell'ospitalità, a causa della maturità del sistema ricettivo”.

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