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Estorsione, Cgil al contrattacco: "Lavoratori sfruttati due volte"

Il sindacato confederale: "Il sistema degli appalti nel distretto carni modenese attrae ogni tipo di illegalità". Marco Bottura: "Avevamo presentato un centinaio di denunce raccolte in dieci anni"

L'arresto per estorsione di Aldo Milani e Danilo Piccinini, leader di SI Cobas il primo e di una società privata di consulenza il secondo, ha provocato anche la reazione del mondo sindacale, in primis quello della Cgil, sicuramente la sigla più attiva nel tanto discusso settore della lavorazione carni modenese. Il sindacato ha definito quanto accaduto un fatto "emblematico degli usi e dei modi diffusi in questo ambiente". Una critica non certo inedita.

"Il sistema degli appalti che si è sviluppato nel distretto modenese, come in buona parte della filiera della macellazione, della lavorazione e della trasformazione delle carni di questo Paese, sta attraendo ogni sorta di illegalità - Marco Bottura, Segretario Sindacato Flai/Cgil Modena - imprenditori che evadono l'IVA, caporali di false cooperative, lavoratori pagati irregolarmente ed ora anche sindacalisti che incasserebbero, o si vedono passare sotto al naso, buste di denaro contante per dubbi fini. Spesso sono solo i lavoratori a rimetterci, perché vengono sanzionati dall'Agenzia delle Entrate, mentre le false cooperative aprono e chiudono, le aziende committenti puntano alla prescrizione".

Lo scorso 29 novembre i delegati sindacali CGIL del distretto carni avevano pubblicamente denunciato alla Prefettura locale che le irregolarità sono sotto gli occhi di tutti, diffuse, pervasive, sistemiche. Nell'occasione è stato consegnato al Prefetto anche un cd contenente un centinaio di denunce inoltrate alle autorità competenti negli ultimi dieci anni.

"Apprezziamo quindi pubblicamente l'impegno delle forze dell’ordine profuso in questa indagine, e ci attendiamo la stessa tempestività, lo stesso dispiego di mezzi e la stessa trasparenza in tutti gli altri casi in cui sono le aziende ad essere indagate. Nelle inchieste della Guardia di Finanza del 2014 e del 2015, a differenza di quanto sta succedendo ora, non vengono mai fatti i nomi delle aziende coinvolte, nonostante sia stato pubblicamente chiesto – chiosa Bottura – Auspichiamo che si faccia luce al più presto su questa incresciosa e penosa vicenda di presunte estorsioni, ma auspichiamo anche altrettanta determinazione da parte di tutte le istituzioni nel contrasto alle illegalità presenti nel settore".

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