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Politica Pavullo nel Frignano

Chiude il Punto nascite di Pavullo. Ma all'ospedale arrivano 5,7 milioni

"Servizi potenziati, parti sicuri e investimenti” è lo slogan scelto dalla Conferenza socio-sanitaria dopo la preannunciata decisione di far cessare i parti nella struttura del Frignano. "Pochi parti vuol dire anche meno esperienza e meno sicurezza"

La riorganizzazione dell’assistenza alla nascita nell’ospedale di Pavullo prevede la chiusura del Punto nascite, accompgnata però dal potenziamento dei servizi e delle prestazioni del reparto di Ostetricia e ginecologia. E’ in sintesi quanto emerso, lunedì 3 luglio, nel corso dell’incontro dell’ufficio di presidenza della Conferenza territoriale sociale e sanitaria che si è svolto nella sede della Provincia.

Nel corso dell’incontro è stato illustrato il Piano di riorganizzazione degli ospedali modenesi nella parte che riguarda il potenziamento dei servizi di Ostetricia a Pavullo e gli investimenti strutturali e sui servizi previsti. Hanno partecipato i sindaci di Pavullo, Serramazzoni, Polinago, Pievepelago, Fiumalbo, Sestola e Montecreto, rappresentanti dei Comuni del Frignano, le autorità sanitarie modenesi e i professionisti che gestiscono il servizio nell’ospedale di Pavullo.

In un’ottica di personalizzazione e accompagnamento delle neomamme, la riorganizzazione dei servizi di ostetricia a Pavullo prevede la presa in carico dall’inizio della gravidanza e controlli periodici nella struttura dell’ospedale di Pavullo che sarà potenziata; saranno disponibili, inoltre, un’ostetrica, visite domiciliari e in vista del parto, l’accoglienza gratuita dei familiari in appartamenti vicini al punto nascita dell’ospedale prescelto.

Nel corso dell’incontro Paolo Accorsi, direttore di Ostetricia  e ginecologia dell’Ausl di Modena, ha motivato la chiusura del punto nascita sottolineando che «gli specialisti sono concordi nel ritenere pericolosi i punti nascita sotto i 500 parti all’anno e Pavullo ne gestisce 142, su complessivi 288 parti di donne residenti nel distretto montano», concetti ripresi anche da Claudio Zanacca, direttore di Pediatria degli ospedali di Sassuolo e Pavullo, e da Maria Cristina Galassi, direttore di Ostetricia degli stessi ospedali, nel ricordare che «una casistica limitata porta a una perdita di esperienza e le donne si sono fatte da sole un protocollo sicurezza come dimostrano i bassi numeri di Pavullo». Inoltre – hanno ribadito i tecnici – l’aumento delle età delle neomamme e altri fattori sociali aumentano le fragilità imponendo un’assistenza sempre più qualificata che solo le grandi strutture posso garantire.

Nell’ambito della riorganizzazione della rete ospedaliera del territorio provinciale, scaturita dal processo di fusione dei due ospedali di Modena, sono previsti però investimenti sull’ospedale di Pavullo pari a cinque milioni e 700 mila euro. Il piano prevede, l'ampliamento e riqualificazione del pronto soccorso, dei parcheggi e delle sale operatorie, del 118, dell'elisoccorso, delle chirurgie generali, ortopedica e l'estensione della Tac, migliorando così l'offerta per tutto l'alto Frignano; in programma anche l’attivazione di un’auto medica h24.Le risorse serviranno anche a potenziare il percorso nascita territoriale in vista della cessazione dell’attività di parto e a investire sul personale: arriveranno in più un medico radiologo, un anestesista, un ortopedico, 10 infermieri e un operatore sociosanitario.

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