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Viale Gramsci, il Prefetto incontra cittadini e autorità: "No alla sicurezza fai da te"

Vertice sulla asituazione dell'area al centro di una grande mobilitazione delle forze dell'ordine e dei residenti. In questi mesi 900 stranieri fermati, 24 arresti e 35 chili di droga sequestrati

Nella mattina di ieri il Prefetto Maria Patrizia Paba ha presieduto una riunione del Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, nel corso della quale è stato nuovamente affrontato, con la partecipazione di residenti, di cittadini e associazioni impegnati nell’area, il tema della sicurezza in Viale Gramsci. Alla riunione, oltre al Sindaco di Modena, ai Vertici delle Forze di polizia, al Comandante della Polizia municipale di Modena, erano presenti il Parroco della Chiesa di San Giovanni Evangelista, il Presidente del CEIS, che ha sede nel quartiere, e rappresentanti delle espressioni sociali, commerciali, aggregative e del volontariato, oltre a residenti della zona.

Una panoramica degli interventi effettuati fin qui ha fornito numeri molto interessanti, che ben sottolineano la criticità vissuta dal quartiere dall'inizio dell'estate ad oggi. In particolare, le azioni svolte in questi mesi hanno visto l’impiego di circa mille pattuglie delle varie Forze, l’identificazione di numerosi cittadini, tra cui oltre 900  stranieri, il controllo di 160 veicoli e di 68 esercizi commerciali, 24 arresti per spaccio di droga, il sequestro di complessivi 35 chilogrammi di sostanze stupefacenti di varia natura, l’identificazione di 20 prostitute, l’adozione di 10 provvedimenti di allontanamento  temporaneo, una sospensione ed una cessazione di attività commerciali e sanzioni nei confronti di esercenti il commercio. 

Durante l'incontro il sindaco Muzzarelli ha illustrato i principali accorgimenti funzionali e strutturali tesi a migliorare le generali condizioni di vivibilità; in particolare, alcune riunioni per favorire il “Controllo di vicinato”, l’avvio del “Portierato sociale di quartiere”, il bando di valorizzazione commerciale, che ha consentito l’aggiudicazione dei primi 16 progetti, la progettazione esecutiva del “Bando periferie”, l’Accordo con la Regione Emilia Romagna per la gestione della sicurezza in aree degradate, interventi sull’illuminazione pubblica, sulla pulizia, sull’arredo urbano, e iniziative volte alla riappropriazione del territorio attraverso azioni di recupero urbano, di socializzazione e di vivacizzazione condotte, beninteso, nell’alveo della legalità.

Un aspetto, quest'ultimo, che ha creato dibattito, in seguito alla mobilitazione massiccia dei residenti e alla singolare affissione lungo la strada di fotografie di spacciatori e acquirenti. Il Prefetto non ha mancato di precisare che è "necessario prender le distanze da ogni ipotesi, sia pur latente, di sicurezza fai da te", sottolineando che la tutela della sicurezza e la salvaguardia delle condizioni di vita civile s"ono la risultante dell’azione delle Istituzioni preposte alle sicurezza ed al governo del territorio alle quali ogni segmento della società civile può e deve contribuire attivamente, sempre e comunque all’interno dei principi di diritto per consolidare quel sistema di “rete” che si rivela una strategia vincente".

Il Comitato ha ritenuto necessario in ogni caso un “cambio di passo che veda il coinvolgimento attivo di tutte le espressioni sociali del territorio in uno sforzo comune finalizzato alla restituzione di una piena fruibilità del contesto urbano e di una concreta percezione della sicurezza, bene primario delle collettività". La prossima riunione si terrà all'inizio del 2018.

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