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Articolo Uno accusa la sconfitta elettorale: "Ora rifondare tutta la sinistra"

Per i progressisti modenesi il momento è difficile e occorre una profonda riflessione sul futuro. Soddisfazione per l'elezione della modenese Maria Cecilia Guerra

Articolo Uno, principale forza  modenese del campo progressista che si colloca alla sinistra ma sempre in alleanza con il Pd, analizza i risultati della tornata elettorale che ha consegnato la maggioranza parlamentare al centrodestra trainato da Fratelli d'Italia,

"Le ragioni “tecniche” della sconfitta sono da ricercare principalmente nella incapacità di costruire uno schieramento, un apparentamento largo tra le forze del centro-sinistra e il M5S, che registra una buona affermazione relativa anche se non paragonabile con il dato del 2018 (- 17% e -6.300.000 voti) - osserva Articolo Uno Modena - Pensiamo poi, e lo segnaliamo da anni, che le cause vere della sconfitta del centro-sinistra (tutto, compresi i centristi “equidistanti” tra destra e centro-sinistra, della Lista Calenda) siano culturali e politiche. Sono ragioni più profonde che attengono alla sostanziale rinuncia a sviluppare una critica sugli effetti del neoliberismo che ha impoverito e reso fragili milioni di italiani, spesso gli stessi che si astengono o cercano rifugio e protezione nei fasulli slogan sovranisti della destra. Questo modello di sviluppo e di relazioni economiche e sociali ha trasformato il nostro Paese, e il mondo, in un posto in cui da trent’anni aumentano le ingiustizie e le disuguaglianze".

Prosegue l'analisi: "Oggi anche attraverso guerre e genocidi su cui bisogna, con particolare riferimento alla guerra in corso in Ucraina, cercare la pace con più determinazione ed evitare ulteriori escalation belliciste. Questa rinuncia alla critica della sinistra, teorizzata e realizzata nella cosiddetta “terza via blairista”, ha sancito il distacco dalle classi medie, dai poveri e dai lavoratori, sempre più precari, con salari bassi e senza diritti. Non meno rilevante, soprattutto rispetto alle giovani generazioni è l'assenza di una piena consapevolezza, e conseguente proposta di cambiamento radicale del modello di sviluppo, degli effetti ambientali e sanitari del cambiamento climatico. Le ragioni di fondo stanno qui ma, con questa folle legge elettorale, non avere attrezzato una coalizione ampia, un campo largo con il M5S è l'ultimo grave errore compiuto".

Anche nella l'Emilia-Romagna e Modena, pur restando complessivamente uno dei pochi territori che nel confronto uninominale hanno retto, l'esito del voto non è per nulla soddisfacente per la sinistra locale: "Registriamo una apparente avanzata della destra che redistribuisce al suo interno il consenso, senza espanderlo in maniera significativa, a vantaggio di FdI. In un quadro di divisione del campo dei progressisti e democratici da quello moderato liberal-democratico e dal M5S la destra arriva davanti in molti Comuni (36/47) ma attenzione all'effetto ottico, se si fa eccezione per alcuni tradizionali piccoli comuni prevalentemente montani, è sempre molto abbastanza lontana dal 50% dei consensi".

In questo quadro deludente Articolo Uno può comunque festeggiare l'elezione di Maria Cecilia Guerra (in Piemonte): "E' un fatto importante per il Paese e per il nostro territorio ed è, per noi, motivo d'orgoglio.

Cosa fare quindi. Articolo Un traccia l'agenda: "Quindi ora, nel contempo, va organizzata la opposizione istituzionale e nel Paese e il percorso di rifondazione della sinistra che, per noi, non potrà che essere socialista, democratica, ecologista e femminista. Mentre faremo opposizione nel Parlamento e nel Paese, va avviata una fase costituente vera tra tutte le forze politiche, civiche e associative per dare un nuovo e moderno assetto valoriale, ideale e un nuovo soggetto politico della sinistra, plurale e popolare. Abbiamo bisogno, tutti, nessuno escluso, di un nuovo soggetto politico, andando oltre quello che c’è, che negli ultimi anni si è dimostrato “insufficiente e inadeguato”. Quello che c’è a sinistra, a partire da noi, frammentato e diviso, è risultato inadatto a leggere i bisogni, in parte nuovi, e a ristabilire un rapporto, anche “affettivo”, che si trasformi in rappresentanza delle classe medie e povere, del mondo del lavoro, sempre più precario e senza diritti, alla mercè della finanza e delle multinazionali, e dell’ecologismo. Non basterà l'ennesima primaria, l'ennesimo "singolar tenzone" tra questo/a o quello/a ma, dopo la batosta elettorale, è arrivata l'ora di una rifondazione, di un processo costituente per tutta la sinistra politica e sociale, con valori chiari, senza ambiguità di scelta di campo, senza moderatismi o "cerchiobottismi" di posizionamento. Una sinistra nuova, un nuovo soggetto plurale e popolare, in grado di costruire alleanze con il diffuso mondo di democratico fuori da sé, fatto di partiti, movimenti e società".

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