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Politica San Faustino / Via Giuseppe Zarlati

Riqualificazione del comparto Fonderie, il Comune pronto a velocizzare

L’assessora Vandelli ha risposto all’interrogazione di Stella (Sinistra per Modena): “Spetta alla società presentare l’accordo, ma Comune disponibile ad includerlo nel Pug”

“Visto il rilevante interesse pubblico, se Fonderie cooperative presenteranno un accordo operativo per la rigenerazione dell’area di via Zarlati, il Comune è pronto a includerlo nel percorso di approvazione del Pug, tagliando di oltre un anno i tempi per l’avvio degli interventi. L’Amministrazione è disponibile a collaborare, ma spetta al privato predisporre e presentare una proposta di accordo operativo”.

Lo ha annunciato l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli nella seduta del Consiglio comunale di oggi, giovedì 17 febbraio, rispondendo all’interrogazione trasformata in interpellanza di Sinistra per Modena illustrata da Vincenzo Walter Stella sulla dismissione delle Fonderie Cooperative di via Zarlati. Il consigliere, ricordando una precedente interrogazione e diverse mozioni approvate dal Consiglio sul tema, ha chiesto conferma della richiesta dell’azienda di proroga della scadenza dell’Autorizzazione integrata ambientale e ha domandato “in caso di mancato rispetto delle scadenze da parte della società, quali provvedimenti potrà adottare l'Amministrazione”. Stella ha quindi chiesto aggiornamento sul “cronoprogramma definitivo della dismissione dell'attività, della bonifica e della rigenerazione dell'intero sedime che verrà abbandonato”, se è confermato “il termine ultimo del 31 gennaio 2023 per riavere l'intera area dismessa completamente bonificata” e quali iniziative o azioni il Comune intenda intraprendere per coinvolgere e aggiornare i cittadini in tale processo. Il consigliere ha infine domandato se proseguiranno monitoraggi ambientali sulla zona e se esistono ipotesi di delocalizzazione dell'attività sul territorio modenese e garanzie di continuità lavorativa degli attuali dipendenti.

Vandelli ha spiegato che “l’accordo operativo potrebbe avere un percorso preferenziale: potrebbe essere già incluso in fase di adozione del Pug e avere piena operatività con l’approvazione, entro il termine di gennaio 2023. Se il privato procederà alla bonifica nei tempi previsti – ha proseguito – già nel prossimo anno potrebbero partire i lavori. Come Amministrazione abbiamo iniziato a lavorare a scenari progettuali di trasformazione della zona, poi tradotti nel Pug, e siamo pronti a collaborare per la formulazione dell’accordo e a istruirlo parallelamente all’adozione, ma i tempi sono stretti”. L’assessora ha quindi aggiunto che, contestualmente alla formulazione dell’accordo si potrebbe recuperare parte del percorso partecipato sulla rigenerazione dell’area interrotto a causa della pandemia: “Negli interventi privati la partecipazione non può essere imposta – ha precisato – ma nel Pug abbiamo previsto premialità per i privati che attivano percorsi partecipativi in accordo con il Comune. Un focus tematico dei prossimi incontri sul Pug nei Quartieri – ha aggiunto – credo debba essere il tema della riqualificazione del villaggio artigiano e della sua ricucitura attraverso progetti di sistemazione delle aree pubbliche, a partire dal varco verde, cui deve concorrere la rigenerazione delle aree del Piano operativo comunale di Modena ovest (Poc Mow)”. Vandelli ha quindi ricordato che, come contenuto nel Pug, “l’area ha un tessuto misto, con presenza di funzioni diverse che devono essere portate a sintesi riducendo le tensioni riguardo alla sostenibilità: attività artigianali (in particolare di servizio, come laboratori e centro di ricerca); di commercio di vicinato e medio-piccole strutture, centri benessere, palestre; di servizi pubblici che possono spaziare dall’ambito sanitario a quello universitario. Nel Piano – ha aggiunto – abbiamo previsto usi temporanei e ibridi al fine di dare soluzioni temporanee e innovative”.

Rispetto alla dismissione, l’assessora ha spiegato che la società ha sempre confermato la chiusura al 31 gennaio di quest’anno ma poco prima della scadenza dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) ha chiesto una proroga fino ad aprile appellandosi alla normativa sull’emergenza sanitaria. “La risposta del Comune – ha affermato – è stata ferma e coerente rispetto agli accordi di interruzione dell’attività già presi da tempo e Arpae ha condiviso le argomentazioni dell’Amministrazione comunicando alla società di non condividere quell'interpretazione della norma”. Contestualmente, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale ha comunicato a Fonderie cooperative la diffida e la sospensione dell’attività per inadempimenti in tema di gestione rifiuti, provvedimenti che la società ha impugnato presentando ricorso al Tar, azione che gli ha consentito di riprendere temporaneamente l’attività produttiva. Nei giorni scorsi il Comune, Arpae e Ausl hanno deciso di costituirsi in giudizio contro tale ricorso; il decreto del Tribunale amministrativo regionale rimarrà efficace temporaneamente, cioè fino all’udienza collegiale in Camera di consiglio fissata per il 9 marzo, durante la quale deciderà l’istanza di misure cautelari con ordinanza che avrà efficacia fino alla sentenza di merito.

L’assessora ha poi ricordato il lavoro fatto dall’Amministrazione per accompagnare la delocalizzazione dell’attività delle fonderie in altro luogo: “L’azienda ci ha comunicato di aver intrapreso soluzioni alternative – ha sottolineato – a ogni modo il Cap (Consorzio attività produttive) sta continuando a monitorare gli edifici che si stanno liberando”. Vandelli ha spiegato che, sebbene sollecitata da Arpae, la società non ha ancora presentato domanda di Aia in dismissione per la bonifica dell’area. “La ditta – ha aggiunto – ha comunque presentato a fine settembre un cronoprogramma delle attività di dismissione sul quale Arpae non si è pronunciata, in quanto il documento dovrà essere valutato nell’ambito del procedimento Aia. Il completamento della dismissione era fissato al 31 gennaio 2023, termine che per il Comune rimane fermo. Ma non possiamo escludere che la asserita proroga dei tempi di validità dell’Aia possa comportare un ritardo nei tempi di dismissione. Rispetto alla bonifica – ha chiarito – è difficile dare tempi certi perché serviranno preventive indagini dei suoli per definire il piano di bonifica”.

Vandelli, che ha ribadito l'attenzione al tempo dell'occupazione, ha spiegato che “il mancato rispetto di scadenze e termini da parte dell’azienda porta inevitabilmente danno prima di tutto alla proprietà e ai dipendenti, molti dei quali abbiamo appreso che hanno già trovato altra soluzione o, riteniamo, andranno a Codigoro”. Rispetto alla dismissione “gli strumenti coattivi in mano all’Amministrazione sono pochi perché mancano le norme: potremmo monitorare e chiedere interventi di messa in sicurezza, come per altri luoghi”, ha detto. “Per questa ragione auspico che il sito non venga dismesso immediatamente ma che restino cicli non di fusione per il tempo necessario a realizzare una nuova sede e ad approvare l’accordo operativo di rigenerazione. Fino ad allora, infatti, le attività non riguardanti la fusione possono rimanere nell’area di via Zarlati e gli uffici comunali sono sempre pronti a valutare progetti di delocalizzazione di segmenti che si vogliono tenere a Modena”.

Rispetto ai monitoraggi ambientali, Vandelli ha infine precisato che il Comune ha chiesto ad Arpae di effettuare, nel mese di novembre, una campagna di monitoraggio della qualità dell’aria con una unità mobile in via Don Zeno Saltini, così come fatto dal 2017 al 2021, per valutare eventuali effetti dovuti alla chiusura.

Sul tema è intervenuta la consigliera di Lega Modena Barbara Moretti, che ha definito “una sconfitta per tutti” il fatto che l’impianto delle Fonderie sia ancora attivo. Dopo anni di attesa e lavoro in cui i cittadini hanno dovuto sopportare il peso di emissioni odorigene – ha affermato – siamo stati beffati. La costituzione in giudizio sposta la proroga a primavera inoltrata; è un disastro che parte da lontano con responsabilità politiche che vanno indietro al 2005, quando già lo stabilimento venne considerato incompatibile con il contesto urbano”.

Nella replica, Stella ha parlato di “inaffidabilità della proprietà, alla quale non è più il caso di concedere benefici”. Per il consigliere, “obiettivi inderogabili devono essere l’affiancamento ad Arpae per monitorare l’esecuzione degli obblighi, l’immediata dismissione appena ci sarà una data, la restituzione entro gennaio 2023 dell’area di sedime bonificata, la condivisione con il Consiglio e con la città del progetto di rigenerazione, oltre alla ripresa del confronto per garantire continuità ai lavoratori attualmente in forza alle fonderie”.

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