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Raddoppio del centro commerciale I Portali e nuovo shopping center ex Civ&Civ: è già polemica

Confesercenti protesta ancora contro l'Amministrazione per i potenziali progetti di nuove superfici commerciali: “Modena, da città dei motori, del bel canto e delle eccellenze, a market city”

Il tema dell'espansione dei supermercati e delle grandi superfici commerciali continua a scaldare il dibattito pubblico modenese. E' Confesercenti Area di Modena a protestare per quanto riguarda un importante progetto reso noto nei giorni scorsi dalla stampa locale, ovvero l'ampliamento - forse addirittura il raddoppio - del centro commerciale I Portali di via Divisione Acqui. A quanto si apprende, infatti, esisterebbe un progetto della proprietà destinato al vaglio dell'Amministrazione Comunale nei primi mesi del 2019 che rivoluzionerebbe l'area in questione, portando all'edificazione di nuovi edifici al posto degli attuali parcheggi a sud del centro commerciale e dietro al PalaPanini, recuperando poi i posti auto con una maxi struttura interrata.

Nuovi spazi per attività commerciali, dei wellness e servizi vari, che trovano fin da ora la ferma opposizione dell'associazione dei commercianti, che polemizza in maniera preventiva con la Giunta: “Benvenuti a market city! La città con la più alta densità di GDO in rapporto al numero di abitanti.” Difficile non pensare altrimenti, dati i “piani di recupero, valorizzazione e allargamento” previsti per le nuove grandi superfici di vendita nella sola Modena. L’ironia verrebbe facile se non fosse che di fronte a progetti di tale e tanta grandezza, a profilarsi è la preoccupazione per il rischio di chiusura di piccole attività e la messa in crisi definitiva dei centri di vicinato che già non se la passano bene, in quartieri come Sacca, Crocetta e Musicisti.”

L'intervento costituirebbe poi un "gemello" di un’altra valorizzazione data per imminente e che sorge a meno di 5 km di distanza: l’ex Civ & Civ situata a bordo della Tangenziale in zona Sacca, per il quale sono previste soluzioni più meno analoghe.

“Non ce ne voglia l’amministrazione comunale, prossima a passare alla storia come quella in grado di trasformare la città dei motori, del bel canto e delle eccellenze invidiate da una buona fetta di mondo, in città dei mega market - affonda Confesercenti - La preoccupazione però di fronte a tutto ciò, c’è – e non solo nostra – monta ed è in aumento. C’è per i centri di vicinato che tanto hanno dovuto attendere un progetto di valorizzazione e riqualificazione (vedendosi passare davanti l’apertura di nuove medie strutture di vendita), ma che ancora non è data per certa la sua attuazione, con un futuro che rimane incerto. C’è per i tanti piccoli negozi che ancora animano - e restano un presidio fondamentale per il territorio - i quartieri interessati dall’impatto di entrambi i progetti, ed il cui destino pare inesorabilmente segnato, con tutto quello che ne conseguirebbe in termini di chiusure. C’è per i pubblici esercizi delle zone interessate, compresi quelli del centro storico di Modena. C’è per il lavoro: si parla di 600 nuovi occupati, ma di che genere di contratti parliamo? E sulla disoccupazione invece che si creerebbe con al chiusura delle piccolissime attività sono state fatte attente valutazioni? Infine, ma non perché meno importante, la viabilità che verrebbe poi modificata, per convogliarla nel caso dei Nuovi Portali verso di essi". 

“Sarebbe sicuramente importante avere delle delucidazioni a riguardo che non fossero solamente i cosiddetti benefici generali per tutta la città, nonostante diversi esempi sul territorio non vadano in questa direzione e considerata una rete commerciale satura a dismisura, nella quale ormai non restano nemmeno le briciole. Come sarebbe sicuramente opportuno sapere dopo averle avanzate più volte come richiesta se, di fronte a tutta questa nuova metratura riqualificata e valorizzata siano stati previsti e decisi agevolazioni ed investimenti, per le MPMI, finanziabili ad esempio con fondi alimentati da quote di oneri di urbanizzazione derivanti da interventi insediativi/commerciali di medio/grandi dimensioni. Come in questi casi specifici. Così da mettere al centro la valorizzazione del piccolo commercio e dell’artigianato, perché rappresentano realtà economiche indispensabili per rendere vivo e vivibile il territorio anche dal punto di vista sociale.”   

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