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Congresso provinciale Pd, dopo la confusione sboccia il fair-play

Il Partito Democratico modenese si prepara al suo primo congresso “competitivo”. Bursi e Schena si gettano alle spalle le polemiche sulle candidature e si preparano al tour de force nei circoli, che inizieranno a votare fra 15 giorni per il rinnovo dei vertici

In via Scaglia Est si respira un'atmosfera un po' dimessa, tipica di chi è conscio di non potersi lanciare in grandi proclami, dovendo scontare qualche errore e qualche pasticcio commesso in precedenza. Questa l'aria che si respira nella sede provinciale del Partito Democratico, dove stamane si sono presentati alla stampa i due contendenti alla carica di segretario provinciale, Lucia Bursi e Giuseppe Schena. A determinare questo clima non particolarmente entusiasta concorrono una lunga serie di fattori, primo fra tutti il momento di travaglio legato al nuovo assetto che il Pd sta assumendo in chiave nazionale con l'ascesa di Matteo Renzi. Un percorso di maturità, che vuole superare le vecchie appartenenze che costituirono il partito sei anni or sono, ma che non sarà certo indolore.

Ma anche il piano locale contribuisce ad accrescere l'affanno in casa democratica: i tempi ristrettissimi, la mancata sintesi attorno ad un candidato unitario, le primarie per le prossime elezioni amministrative ed infine i vizi burocratici sulla presentazione delle due candidature alla segreteria. Dovendo però fare di necessità virtù, i due candidati, spalleggiati dal segretario uscente Paolo Negro, hanno voluto lasciarsi alle spalle quello che è stato, lanciandosi in una competizione basata sui contenuti, desiderosi di passare la parola agli iscritti dei circoli, anche perchè il tempo è davvero tiranno.

La mancata individuazione di un candidato unitario, prima volta che accade al Pd modenese non è insomma, secondo i candidati, uno smacco o un segno di debolezza. Anzi. Sia Bursi che Schena hanno difeso la bontà di un confronto interno: “Non è una cosa negativa far scegliere gli iscritti, anzi spesso è quello che loro stessi chiedono”. Allora di corsa verso il confronto con i territori, in questi pochi giorni di campagna elettorale interna – il voto è spalmato mercoledì 30 ottobre e martedì 5 novembre – in cui i due contendenti dovranno far comprendere agli iscritti la propria piattaforma programmatica e i propri profili personali.

Luicia Bursi, sindaco di Maranello ha sottolineato tra le cause che hanno portato ad un congresso competitivo come “fosse impossibile sminuire un percorso nato dal basso e mortificare quelle forze che si sono messe in movimento sui territori per sostenere la mia candidatura”. In un reiterato richiamo all'unitarietà, minata anche da trattative tardive, la Bursi spiega: “Nessuno si candida tuttavia per spaccare il partito, ma per fare sintesi. La competizione sia sui programmi”.

Più dura invece la posizione assunta dal sindaco di Soliera Giuseppe Schena, da tempo in dichiarata critica nei confronti della direzione locale del Pd. “Due mesi fa ho dichiarato che non mi sarei ricandidato a sindaco ha spiegato Schena - per un disagio che provo nei confronti del Pd, dovuto ad una difficile relazione tra politica e amministrazione, che dovrebbero essere strette in una relazione più forte e vitale. Ora voglio provare a risolvere il problema”. “Non è stato un esordio brillantissimo – ammette il candidato – ma le candidature sono pienamente legittimate polititcamente. Ora misuriamoci su profili e contenuti”.

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