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Il Consiglio Comunale chiede più tutele per i lavoratori del digitale

Il Consiglio comunale chiede una serie di azioni a tutela dei lavoratori del digitale. Lo fa con l’approvazione all’unanimità di due ordini del giorno, uno di Art.1 – Mdp – Per me Modena e l'altro del Pd

Entrambe le mozioni chiedono all’Amministrazione di avviare un confronto all’interno del Tavolo comunale per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, sulle nuove forme di lavoro, coinvolgendo le parti sociali interessate (i sindacati, le piattaforme del food delivery operanti nella nostra città e i lavoratori) e di sottoscrivere la “Carta dei diritti fondamentali del lavoro digitale nel contesto urbano”. Invitano inoltre a sollecitare il nuovo Parlamento ad approvare provvedimenti che riducano la precarietà del lavoro, integrando e adeguando l’attuale legislazione per coloro che lavorano nel variegato mondo dei servizi a richiesta (on demand economy), riconoscendo a questi lavoratori nuovi diritti e maggiori tutele.

La mozione di Art.1 – Mdp – Per me Modena chiede inoltre di “promuovere e tutelare l’uso di strumenti di lavoro (applicazioni, algoritmi, o altri) che i lavoratori del settore dovessero essere in grado e decidere di produrre da loro o di cui gli stessi volessero dotarsi al fine di acquisire l’autonomia necessaria dalle aziende o piattaforme”; di domandare ai membri italiani del Parlamento europeo di “promuovere ogni iniziativa utile finalizzata alla comune adozione, negli stati membri della Comunità europea, della legislazione che assicuri le migliori condizioni ai lavoratori, tra quelle esistenti nei singoli paesi aderenti o nelle realtà locali” e di sollecitare una discussione locale e nazionale tra le diverse Istituzioni, le associazioni di categoria, i sindacati e le Università, “dove si affronti il tema di come rendere quanto prima possibile sostenibili i modelli organizzativi, dettati dall’innovazione tecnologica, per tutti i soggetti coinvolti, dai cittadini e i  lavoratori alle imprese, nella consapevolezza della necessità che a tutti i cittadini siano riconosciuti il diritto ad un lavoro dignitoso e le condizioni che rendano effettivo questo diritto”.

La mozione del Pd domanda invece, ancora, “che il Comune di Modena e la Regione Emilia-Romagna possano collaborare con l’obiettivo di ottenere migliori condizioni di lavoro per i riders e, in generale, per tutti i lavoratori impiegati nei settori di forte innovazione” ed esprime l’adesione all’invito del Comune di Milano di creare un tavolo nazionale, presso l'Anci, che affronti e governi il fenomeno delle consegne a domicilio.

Diversi gli interventi in Consiglio prima dell’approvazione di due ordini del giorno. Muzzarelli: “Creiamo qualche modello locale per dare dignità e tutele a queste persone. Dobbiamo provare a individuare le condizioni per dare dignità alle persone che lavorano nel digitale, creando qualche modello locale che gli offra un po’ di tutele. Non possiamo fermare la tecnologia, ma bisogna capire cosa facciamo nel 2000 per far sì che la tecnologia, il diritto e l’umanità trovino una sintesi. Dobbiamo fare un salto in avanti aprendo da oggi riflessione più profonda su dove stiamo andando. Proveremo a studiare qualche soluzione verificando cosa stanno facendo in merito le regioni, il Comune di Bologna e altri. La situazione di questo nuovo settore ci preoccupa – ha aggiunto – perché è un sistema perverso: da un lato la condizione dei giovani e meno giovani, visto che vi lavorano anche persone di 40-50 anni, e dall'altro il tema della fiscalità delle imprese fuori dal territorio nazionale, che si arricchiscono senza versare contributi né pagare tasse”.

Aprendo il dibattito, Antonio Carpentieri del Pd ha evidenziato che “Vengono avanti nuovi tipi di lavoro sul mercato che spesso comportano condizioni di discriminazione, differenza e diritti diversi. Nel caso specifico  ci sono situazioni nuove che sfuggono non solo a controllo, ma all’incasellamento: non c'è un contratto collettivo nazionale e spesso nemmeno quello individuale, tantomeno una legge e, dopo tanto tempo, è di fatto tornato d’attualità un tema che sembrava scomparso, cioè il cottimo”. Per Federica Venturelli “il ricorso alla piattaforma digitale fa sì che l'azienda respinga l'esistenza di un reale rapporto di lavoro cercando di abbattere costi contributivi e previdenziali. Il settore è caratterizzato dalla quasi totale assenza della rappresentanza sindacale anche perché questi lavoratori hanno paura e con questo sistema lavorativo faticano a incontrarsi, conoscersi e condividere le situazioni. Va messa al centro la questione fondamentale della dignità del lavoro”. Anche Tommaso Fasano ha sottolineato la “situazione di dissociazione tra i lavori creati con le nuove tecnologie e la capacità delle Istituzioni di regolamentare le situazioni inedite che si presentano. Si fa fatica a inquadrare queste nuove forme di lavoro, che rappresenta uno degli snodi su cui bisogna applicarsi con maggior impegno”. Il consigliere ha poi chiesto “come mai il gruppo del M5s non si esprima sul tema nonostante che il Governo lo abbia fatto”.

Giuseppe Pellacani di Energie per l’Italia ha parlato di “nuovi fenomeni difficilmente inquadrabili nel sistema attuale. È importante quindi porsi il problema – ha proseguito - pur non essendo questo il contesto normativo: possiamo individuare quali sono i valori categoriali che possono offrire la possibilità di qualificare le nuove categorie e di individuare strumenti per tutelare queste nuove figure. Il punto di caduta deve essere un altro, quello parlamentare, ma un tavolo in cui si sottolineano le criticità può essere già un buon punto di partenza”.

Marco Malferrari di Art.1 – Mdp – Per me Modena ha evidenziato che “qui deve intervenire la politica, perché il suo ruolo di rappresentanza prevede di arrivare a definire norme per disciplinare e ordinare un settore, ponendo le condizioni per consentire a queste persone di avere un insieme di diritti e doveri quanto più possibile vicino al dettato costituzionale. Dobbiamo assumerci questo impegno; per far sì che le innovazioni tecnologiche vengano utilizzate per ridurre la fatica e migliorare le condizioni economiche e sociali di tutti i cittadini, non per minare la coesione sociale”.

Marco Rabboni del M5s, rispondendo al consigliere Fasano, ha annunciato il voto a favore del gruppo agli ordini del giorno: “Il voto a favore mi sembrava già sufficiente a far capire la nostra posizione di sostegno e il nostro pensiero politico, ben espresso dal nostro capo politico che a Roma sta provando ad affrontare il tema. Mi sembra che quanto stiamo cercando di fare al Governo sia già espressione della posizione del nostro gruppo”.

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