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Stragi di Parigi, documento unanime del Consiglio Comunale

Approvato all’unanimità un ordine del giorno condiviso da tutti i gruppi consiliari. Un minuti di silenzio per le vittime a inizio seduta

Il Consiglio comunale di Modena, a nome di tutti i modenesi, esprime “il più sincero cordoglio ai famigliari delle vittime dello scellerato attacco jihadista di Parigi di venerdì 13 novembre, solidarietà e vicinanza alle cittadine e ai cittadini e al Governo francesi e orrore e sdegno per la terribile e disumana crudeltà dell'attacco”. Lo fa approvando all’unanimità, nella seduta di giovedì 19 novembre, un ordine del giorno condiviso illustrato dal capogruppo Pd Paolo Trande che, tra l’altro, invita all’unità di tutti i popoli liberi per fermare la barbarie di stampo jihadista.

Nel documento l’Aula ricorda la giovane donna italiana Valeria Solesin assassinata nel Teatro Bataclan di Parigi e invia “un caloroso abbraccio” alla sua famiglia, condanna in maniera ferma l'attacco di Parigi, che segue i recenti attacchi dell'aereo russo e di Beirut, e “che configura un attacco alla umanità tutta, perpetrato ai danni di donne e uomini inermi da parte dei terroristi dell'Isis”. Con l’ordine del giorno il Consiglio, inoltre, esprime l’auspicio di una “reazione compatta e solidale da parte di tutta la comunità internazionale nei confronti di chi attacca i valori universali della pacifica e laica civiltà democratica”, e chiede alle forze politiche, economiche e sociali del Paese “di affrontare con la massima serietà e unità questa emergenza terroristica, evitando arbitrari e indimostrati nessi di causalità tra fenomeni diversi, quale quello dei profughi di guerra (paradossalmente, provocato proprio in larga parte dall'Isis), senza rinunciare ai propri profili identitari costruiti sulla libertà e sulla solidarietà, mettendo al bando ogni forma di fanatismo religioso, rifuggendo da ogni tentazione di generare guerre di religione e anzi promuovendo il dialogo con tutte le entità, istituzionali e non, che mostrino la volontà di isolare e contrastare il fondamentalismo e l'integralismo”.

Antonio Montanini di CambiaModena è intervenuto sottolineando come “tutto abbia radici legate al controllo di aree del mondo fondamentali, aree che sono diventate instabili da quando il petrolio è diventato un elemento prezioso oggetto del contendere. Da qui nascono i principali conflitti e lo strumento religioso viene usato per fare una guerra convenzionale, che rischia oggi di far saltare l’integrazione”.

Domenico Campana di Per me Modena ha evidenziato che “non si tratta di pazzi ma di persone che hanno un disegno ben preciso: quello di spezzare l’unità dei Paesi occidentali. Non dobbiamo chiuderci in una pretesa fortezza – ha aggiunto – e l’Occidente deve avere il coraggio, la capacità, l’intelligenza e la lungimiranza di accogliere chi fugge da questa violenza, mettendo in conto la difficoltà ma non cedendo alla pressione”.

Marco Cugusi di Sel ha invitato a rifuggire “la vergognosa speculazione politica che si fa attorno a queste vicende: c’è rischio di una chiusura politica rispetto al problema dei milioni di profughi che stanno scappando dai Paesi del sud del mondo. Non chiudiamoci – ha proseguito – cerchiamo di valutare, facciamo le dovute differenze, chiediamo a tutti di condannare fortemente queste situazioni che stanno negando il futuro a noi e ai nostri figli”.

Andrea Galli di FI ha sottolineato che “con questo documento non si può contrastare lo Stato islamico, ma si può e si deve far capire alla comunità che attentati come questi non hanno alcuna giustificazione e che non troveranno da parte nostra alcuno spazio o condivisione. La nostra forte commozione per gli eventi di Parigi – ha precisato – derivano dal fatto che sono più vicini a noi e questa non può essere una colpa. Ma i morti degli attentati di Parigi come quelli dell’aereo russo o di Beirut sono tutti uguali”.

Per Tommaso Fasano del Pd “questi episodi ci hanno toccato molto anche perché hanno colpito la nostra quotidianità verificandosi nei bar, a una partita, dentro un teatro. Tutti pensiamo che sarebbe potuto capitare anche a noi se fossimo stati là. La guerra però non è tra Occidente e Islam – ha continuato – ma solo con la parte fondamentalista. Dobbiamo coltivare la fascia di dissenso di coloro che non si riconoscono nei principi dell’Isis”. Paolo Trande ha ricordato l’importanza di “realizzare la massima unità possibile ed evitare che si creino zone di minore resistenza dove queste ideologie possano radicarsi. Dobbiamo lanciare ai terroristi e ai terrorismi il messaggio che la nostra civiltà democratica non ha paura: è attraverso la difesa delle nostre prerogative democratiche che combattiamo la cultura del terrore e della morte. Molto di quello che sta avvenendo – ha aggiunto – è anche frutto dei nostri errori degli ultimi 30 anni commessi per l’oro nero. Dobbiamo cercare di non ripeterli”.

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