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Comune-Coop, il dubbio dei terreni pubblici concessi a lavori già ultimati

Prima Coop Estense ha completato i lavori del nuovo distributore di carburante del Grandemilia e solo dopo la Giunta ha concesso l'uso del di quel suolo comunale. Buon senso vorrebbe tempistiche invertite?

Lamentarsi dell'inefficienza, della lentezza e dell'eccessiva burocrazia delle amministrazioni e talvolta inopportuno e ingiusto. Vi sono esempi di perfetta funzionalità amministrativa, di tempi rapidi e di amministrazioni comprensive. Il Comune di Modena ne ha dato recentemente prova, tanto che la delibera di concessione di un terreno è stata approvata a lavori già ultimati dal privato.

Il fatto, quantomeno singolare, riguarda un attore molto noto del nostro territorio, Coop Estense, e si riferisce ai lavori per la costruzione del distributore di carburante adiacente l'ipermercato GrandEmilia. La Giunta Comunale (assente solo l'Assessore Maletti) ha approvato in data 14 maggio una delibera con la quale viene concesso a Coop l'uso di una porzione di terreno pubblico per realizzare la strada di uscita dal distributore, che però era stato inaugurato 10 giorni prima, con i lavori stradali già pienamente completati. Pare quindi che il Comune si sia limitato a "ratificare" un intervento già realizzato su un terreno pubblico: decisamente inconsueto, se non peggio.

La suggestione è stata lanciata dal blog L'Asino che vola, dove sono state sottolineate le tempistiche assolutamente “svizzere” di tutto il procedimento: richiesta di concessione a febbraio, nullaosta a marzo e delibera di Giunta a maggio. Un ottimo primato. Dalla delibera (Prot. Gen: 2013 / 53420 – PA) si apprende che Coop Estense verserà ogni anno 1.428 euro per una superficie di 738 metri quadri, dove è stata realizzata la strada di immissione sulla rotatoria di viale Ovidio e sono state sistemate le aiuole circostanti, ovviamente a spese del colosso della Grande Distribuzione.

Dal blog si alzano alcune allusioni ai trattamenti di favore e corsie preferenziali riservate a Coop Estense, visto anche i precedenti poco favorevoli alla concorrenza, come nel dibattuto caso dell'ex Consorzio agrario. Lungi da queste voci maligne, resta da chiarire la dinamica tempistica decisamente extra-ordinaria, laddove la decisione politica di concedere un l'utilizzo del suolo è arrivata dopo che, nei fatti, un esercizio commerciale privato aveva già disposto a proprio piacimento di un terreno pubblico. Può bastare una richiesta e un parere di conformità ad avviare i lavori? O la deliberazione politica dovrebbe essere sempre vincolante?

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