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Corso di arabo per la Municipale, quando le parole precedono i fatti

Rimostranze e indignazione per l'iniziativa di formazione professionale rivolta alla Polizia Municipale. Ma le notizie approssimative hanno le gambe corte, anche online. Ecco lo stato dei fatti

Le conclusioni affrettate fanno parte, legittimamente, del gioco politico e mediatico. Se però amate le conclusioni affrettate, non leggete questo articolo: ne troverete altri che soddisfaranno il vostro gusto. Qui vogliamo approfondire un caso che, in modo appunto affrettato, è stato portato all'attenzione dei media da parte della Lega Nord di Modena, ripreso da alcuni siti e testate della stampa locale: ci riferiamo al corso di lingua araba rivolto agli agenti della Polizia Municipale e conclusosi ieri al condominio Rnord.

Aldilà delle valutazioni politiche che ognuno è libero di affrettare, facciamo un po' di chiarezza. Il corso è stato realizzato dall'associazione di categoria regionale Aplrer, affiliata al sindacato Sulpm, grazie a due donne di origine marocchina residenti all'Rnord che hanno svolto il ruolo di docenti. Trenta ore di lezione, proprio nei locali del “condominio eroina”, articolate in 15 incontri, per fornire ai partecipanti i rudimenti della lingua araba, lessico ed espressioni comuni. Alle lezioni hanno partecipato 12 agenti della Municipale, nel periodo che va dallo scorso aprile fino a giugno.

Ed ora i temi che hanno sollevato la controversia efatto gridare allo scandalo. Il corso – come ha spiegato l'organizzatrice di Aplrer Elisa Fancinelli - non ha percepito alcuna forma di finanziamento pubblico: è stato interamente pagato dalla quote di iscrizione dei partecipanti e dalle casse del sindacato organizzatore. Per di più, sono stati gli stessi soci di Aplrer e Sulpm a richiederne l'attivazione, valutandolo un utile aggiornamento professionale. Si tratta perciò di una occasione di formazione del tutto volontaria, come ormai accade per ogni categoria professionale, svoltasi al di fuori dell'orario di servizio degli agenti. Nessuna regia politica quindi e nessun indirizzo del Corpo di polizia, che, anzi, in questi anni non ha mai particolarmente agevolato le iniziative formative proposte dal sindacato, come ha precisato Elisa Fancinelli. Gli agenti che hanno preso parte al corso sono stati assolutamente soddisfatti dell'esperienza, proponendo essi stessi un nuovo percorso più approfondito, che dovrebbe essere attivato a settembre.

Alla luce di questi dati, ora che la fretta è stata messa da parte, le conclusioni sono tutte legittime. La valutazione di questa iniziativa va però ricondotta ad una dimensione privata e volontaria, non ad un ampio disegno politico. Chi vorrà continuare a vedere in questo una “schizofrenica concezione dell'integrazione” potrà liberamente farlo, ma almeno con la consapevolezza dei fatti.

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