Immigrazione, a Modena il nuovo centro permanente per i rimpatri
Dal Viminale la conferma di quanto si attendeva da mesi: la struttura del vecchio CIE di via Lamarmora riaprirà i battenti per gestire i clandestini di tutta la regione. Una scelta che scontenta quasi tutte le forze politiche
Le prime reazioni del mondo politico non si sono fatte attendere e sono venute dall'Assemblea Legislativa. Sinistra Italiana ha espresso la "ferma contrarietà" all'apertura del CPR. "Occorre valorizzare la gestione diffusa e dal basso tipica del nostro territorio, coinvolgendo tutti i Comuni anche quelli riluttanti, e piuttosto organizzare meglio l'accoglienza anziché rimettere le lancette dell'orologio indietro nel tempo e tornare ad una risposta di puro contrasto repressivo dell'emergenza - osservano Giovanni Paglia e la ccordinatrice provinciale Di Bartolomeo - Alla giusta domanda di sicurezza della popolazione, non si può rispondere con le logiche criminalizzatrici del disagio sociale e del fenomeno migratorio figlie dei recenti decreti Minniti-Orlando, bisogna piuttosto puntare su maggiori interazioni tra diritti, bisogni, doveri, aspirazioni, irriducibilità delle storie individuali, socialità responsabile e convivenza pacifica a salvaguardia di ogni singolo cittadino, qualunque sia la sua origine".
Scettica anche Forza Italia, che con il consigliere Enrico Aimi spiega: "Meglio sarebbe stato prevedere più Cpr, almeno uno per provincia, in modo da alleggerire il gravoso compito delle forze dell’ordine per i trasferimenti, e consentire un maggior numero di rimpatri anche alla luce dei record di arrivi. Modena ora è al centro di questo cortocircuito. Ma a rimanere con il cerino in mano è il buon Giancarlo Muzzarelli, Sindaco della città, che nonostante i rimbrotti lanciati verso Roma, si è dovuto piegare al diktat del suo compagno di partito, il ministro degli Interni Marco Minniti. Ubi maior minor cessat".
- Indietro
- 2 / 2