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Richiedenti asilo, sono 1.248 quelli ancora ospitati in provincia di Modena

L'Assessore Pinelli: "Superare i Decreti Salvini. Inefficaci a gestire l’immigrazione". L'epidemia ha coinvolto anche 35 richiedenti asilo

L’interrogazione del consigliere Piergiulio Giacobazzi (FI) sui richiedenti asilo p stata trasformata in interpellanza. Aprendo il dibattito Elisa Rossini (Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia) ha affermato che “l’integrazione è un obiettivo condivisibile ma a Modena non vedo integrazione, intesa come individui che diventano membri della nostra società. Vedo, invece, quartieri ghetto nelle zone dove vivono gli stranieri. Invece di accusare Salvini, dovremmo prendere atto che abbiamo un problema e parlare di vera integrazione”. La consigliera ha quindi sollecitato un approfondimento in Consiglio, “eliminando le posizioni ideologiche”.   

Per Lega Modena, Giovanni Bertoldi si è dichiarato non contro l’accoglienza come tale ma “contro l’accoglienza indiscriminata e sregolata”. L’integrazione, ha proseguito, presuppone anche “una volontà da parte degli stranieri: ci sono comunità che pian piano diventano parte della società e altre no e ci creano problemi”. Per il consigliere, inoltre, bisognerebbe cominciare a “mettere dei limiti alle risorse che concediamo alle persone straniere che vengono qui, per i minori non accompagnati abbiamo speso cifre impressionanti”. Per Beatrice De Maio quello dei minori non accompagnati è “un fenomeno preoccupante e in crescita, collegato al vertiginoso aumento dei cosiddetti richiedenti asilo, arrivano senza documenti e dichiarano età che andrebbero verificate”. Molti stranieri, ha proseguito, arrivano da paesi che non danno diritto all’asilo e “non sappiamo quanti sono a Modena in attesa di risposte: sono temi legati al problema della sicurezza”.

Anche le comunità italiane nel mondo ci hanno messo decenni per integrarsi davvero, ha detto Antonio Carpentieri (Pd). A Modena “anche le comunità più distanti da noi per cultura e religione hanno fatto grandi passi in avanti e loro componenti partecipano alla vita sociale e anche alla vita politica di base. I problemi ci sono e dobbiamo chiederci se a noi, come comunità italiana, conviene una norma che diminuisce moltissimo l’investimento per l’accoglienza chiudendo a queste persone la possibilità di integrarsi”. Per Alberto Cirelli “errori sull’immigrazione sono stati fatti da tutte le parti politiche, in Europa e nel mondo”, ma questo problema non si può affrontare con decisioni “propagandistiche e approssimative che non portano più nemmeno voti. Se abbiamo un minimo di rispetto per queste persone, spesso disperate, per noi e anche per la nostra economia e cominciamo a prenderci le nostre responsabilità, forse potremmo trasformare insieme questo problema in una sfida e anche in un’opportunità”.  

Nella replica il consigliere Giacobazzi ha affermato di aver voluto solo capire “quali siano i numeri. Non c’era bisogno di citare i decreti Salvini. E comunque non si tratta di proclami per vincere le elezioni ma del legittimo desiderio di uscire di casa senza trovarsi alle spalle qualcuno con un coltello, cosa che invece capita quotidianamente”.

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