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Deposito Gas Rivara, Donini (Fds): "Zona ad alto rischio sismico"

Interrogazione congiunta del consigliere regionale Fds con il collega leghista Mauro Manfredini: "Nelle condizioni di esercizio del deposito gas, le probabilità di indurre sismicità sono alte e che non si può escludere la possibile riattivazione delle faglie"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ModenaToday

Da oltre 30 anni vengono estratti dal giacimento del Cavone, nel Comune nel Comune di San Possidonio (Mo), notevoli quantità di gas e di petrolio, il giacimento dista, in linea d’aria, solo una decina di chilometri dall’area dove si vorrebbe costruire il maxi deposito di gas di Rivara. La Consigliera Regionale Monica Donini (FdS), consapevole del fatto che le zone del Cavone e di Rivara di San Felice sul Panaro sono state interessate da frequenti attività sismiche, verificatesi anche recentemente, generate dalla stessa struttura sismo genetica, ha presentato una interrogazione, insieme al collega Mauro Manfredini (Lega), per avere informazioni sulla “coltivazione” del giacimento, verificare possibili correlazioni temporali fra le operazioni di sfruttamento di questo e i terremoti registrati in zona e acquisire, così, ulteriori dati in merito ai possibili effetti sul territorio derivanti dall’attività di sfruttamento del maxi deposito di gas.

“Ringrazio l’Ufficio Nazionale Minerario per gli Idrocarburi e le Georisorse (UNMIG) per aver messo a disposizione i dati sul Cavone e i tecnici del Servizio Geologico e Sismico della Regione per averli elaborati e messi in relazione con l’attività sismica registrata dal 2007 al 2011– dichiara Monica Donini – perché grazie a questo lavoro abbiamo ricevuto  una risposta molto chiara a firma dell’Assessore Paola Gazzolo, infatti, anche se i terremoti non ipocentri collocati a profondità corrispondenti a quella del giacimento sono stati tutti di bassa magnitudo (inferiore a 3) e non hanno prodotto effetti dannosi, non può essere esclusa un’influenza delle attività di estrazione e reiniezione avvenute sul Cavone nel periodo in cui questi sono stati registrati.

Inoltre, mentre lo sfruttamento del campo di Cavone – prosegue Monica Donini – consiste nell’estrazione di fluidi già presenti nel sottosuolo e nella reiniezione dell’acqua estratta con gli idrocarburi, il progetto di stoccaggio di gas nella struttura di Rivara prevede, invece, l’iniezione del gas in acquifero a profondità comprese fra 2500 m e 3000 m, operazione che richiederà l’esercizio di fortissime pressioni per lo spiazzamento dell’acqua confinata. Nella risposta che abbiamo ricevuto si afferma che, nelle condizioni di esercizio del deposito, le probabilità di indurre sismicità sono alte e che non si può escludere la possibile riattivazione delle faglie che interessano sia l’acquifero profondo, sia le rocce di copertura, la cui esistenza è documentata dai dati di sottosuolo già disponibili.

Anche alla luce di questi fatti ritengo non necessaria la fase di ulteriore accertamento sulla fattibilità del progetto di stoccaggio e bene fa la Regione a negare l’intesa con il Ministero dell’Economia – conclude Monica Donini – invito la società proponente il progetto a rinunciare evitando, così, di spendere inutilmente altre risorse destinandole meglio allo sviluppo, per esempio, del progetto sulla geotermia che come Regione stiamo studiando e invito il paladino della scienza, l’On. Giovanardi, a informarsi meglio sui dati scientifici che abbiamo già a disposizione, anche grazie all’impegno della Regione nel sostegno continuo alla ricerca.”

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