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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

I Quartieri non decollano e stressano l'Amministrazione. M5S si dimette in massa

Il confronto in Municipio sul futuro delle istituzioni di decentramento scalda gli animi e crea dissapori anche fra le fila del Pd. Il M5S ritira 9 consiglieri sui 12 nominati in segno di protesta

Ad ormai due anni dal loro insediamento i quattro Quartieri cittadini restano un nervo scoperto per il governo della città. Un fatto in qualche modo prevedibile e previsto, dopo la scure dello Stato che ha soppresso le vecchie Circoscrizioni e dopo il percorso che la maggioranza Pd ha portato avanti a fine della scorsa consigliatura per ridisegnare un decentramento amministrativo quanto più simile a quello presistente. In queste settimane molti nodi sono venuti al pettine e hanno impegnato anche la Giunta e il Consiglio Comunale in un dibattito, in due puntate, con i presidenti dei 4 Quartieri.

Se tutti quanti hanno sottolineato la centralità della partecipazione nelle diverse zone della città come fattore fondante della democrazia modenese, è pur vero che l'assetto dato a queste piccole istituzioni ha mostrato molti limiti. Limiti insiti nella minore legittimità dei consiglieri, nominati dai partiti e non eletti direttamente dai residenti, ma anche nell'assenza di potere decisionale di queste piccole assemblee, spogliate anche della possibilità di gestire in proprio i fondi per le attività ricreative e culturali sul territorio. Per non parlare poi di un fornte del tutto politico, ovvero il peso che l'Amministrazione comunale ha deciso di attribuire ai Quartieri, con un dialogo molto faticoso e talvolta “scomodo” per la Giunta, nonostante la coabitazione all'interno del Partito Democratico.

Dopo l'audiozione dei presidenti ad inizio maggio, ieri il Consiglio Comunale ha siluppato un acceso dibattito sul tema, che è stato interrotto come un fulmine a ciel sereno da parte del Movimento 5 Stelle. I grillini hanno annunciato infatti le dimissioni di 9 dei 12 consiglieri da loro nominati nei consigli decentrati: una forma di protesta contro l'organizzazione attuale e le scelte della maggioranza. Contestualmente il M5S ha anche annunciato l'avvio di una serie di assemblee “alternative” nelle varie parti della città, per coinvolgere i cittadini in maniera più concreta.

La scelta è stata accolta con sfavore dal Pd, che ha commentato in una nota dei responsabili cittadini: “Stigmatizziamo fortemente l'atteggiamento del Gruppo Movimento 5 Stelle che ha deciso di fare dare le dimissioni (Casaleggio docet...) a tutti i suoi rappresentanti nei quattro consigli di quartiere e di non sostituirli, facendo venire meno all'interno degli stessi una importante voce proprio negli ultimi mesi della consiliatura (che scadrà a fine anno), impedendo a quegli stessi consiglieri di continuare a fornire un contributo non solo per il funzionamento degli attuali Quartieri ma anche nell'ambito della riflessione avviata appunto sul loro futuro. Avremmo preferito, che invece di un vero e proprio show di dubbio gusto ci fosse stata una reale proposta politica." Dello stesso avviso anche Per me Modena: “Ritirarsi a pochi mesi dalla fine del mandato, ed iniziare un percorso autonomo non è d'aiuto: né ai cittadini, né tantomeno ad un utile strumento di confronto e proposta quali sono i quartieri.. La democrazia – ribadisce il  gruppo - è fatta di confronti. E i quartieri oggi, nonostante la legge abbia cancellato le circoscrizioni, sono l'avamposto della democrazia.”

Per capire meglio il futuro del cecentramento modenese è quindi utile l'intervento dell'assessore competente, Andrea Bosi : “I Quartieri hanno un ruolo prioritario e Giunta e Consiglio hanno la volontà costante di valorizzarlo. Per questo vogliamo ringraziare tutti coloro che investono tempo e capacità per farli funzionare, a titolo volontario e svolgendo un ruolo fondamentale. Dobbiamo però prendere atto – ha proseguito Bosi – che c’è qualcosa che non funziona come rilevano gli stessi Consigli di Quartiere. Inoltre, all’interno dei Consigli c’è una carenza di legittimità diretta: la legittimità di una persona non eletta ha un senso diverso di quella di chi è stata eletta. Si tratta di un’esperienza nuova, che ha bisogno di essere messa a regime: abbiamo in scadenza i primi due anni, Consiglio e assessorato hanno la competenza per correggere i problemi che si sono evidenziati, facciamolo”.

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