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Jobs Act, il ministro Poletti a Modena: “Migliorare i controlli sull'illegalità”

Giuliano Poletti in visita a Modena per un convegno organizzato da Unimore sul tema delle riforme e della protezione sociale. Poletti su precariato e sfruttamento: “Bisogna cambiare modo di pensare a tutti i livelli”

"Dobbiamo migliorare le performance dei controlli e la nostra lotta deve essere radicale contro tutti quei fenomeni, come il caporalato, di sfruttamento dei lavoratori". E' un passaggio dell'intervento del ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che si collegato questa mattina con l'Università di Modena e Reggio Emilia per partecipare alla sessione mattutina del seminario promosso dall'Ateneo per discutere delle novità legislative in materia di lavoro, di previdenza e di politiche sociali. 

L'appuntamento, dal titolo "Jobs Act-dalla parte del lavoro, delle politiche attive e del nuovo sistema di protezione sociale", è stato organizzato dal centro studi "Lavori e Riforme" (Ceslar) del dipartimento di giurisprudenza, con il patrocinio della Provincia di Modena, del Consiglio dell'ordine degli avvocati e dell'ordine dei Consulenti del lavoro modenesi, dell'associazione femminile "TutteperItalia" e con il sostegno del gruppo Obiettivo Lavoro. 

"Troppo spesso - ricorda Poletti - vengono messi in atto da alcune imprese fenomeni illegali che mettono a rischio la salute dei lavoratori, sottoposti a condizioni di lavoro ingiuste, sottopagate e pericolose. Serve una cultura positiva d'impresa che alle giuste tutele per chi lavora aiuti anche le imprese a trovare la quadra per essere efficaci ed efficienti nel mercato senza calpestare i diritti". E questo perchè, aggiunge il ministro, "per far ripartire l'economia e i consumi non ci si può basare solo sull'export, ma occorre un reddito spendibile. E io credo che quello che proviene da lavoro, con giuste retribuzioni per i dipendenti, sia fondamentale in questo senso". 

Per "bloccare la precarizzazione, migliorare la qualità del mondo del lavoro e generare opportunità", Poletti spiega poi: "E' un percorso ad ostacoli molto difficile: per questo bisogna cambiare modo di pensare a tutti i livelli e noi chiediamo che ogni cittadino si faccia parte attiva nel contribuire a raggiungere questi obiettivi".

Di "patto d'acciaio tra lo Stato e i cittadini", parla anche l'Università, sottolineando che "in un quadro di maggiore flessibilità e in cui i licenziamenti sono un po' piu' facili, occorre una implementazione da parte del Governo dell'infrastruttura dei servizi per il lavoro, altrimenti la riforma rischia di diventare un libro dei sogni". I risultati raggiunti fino a questo punto, secondo l'Ateneo, non sono soddisfacenti: "Pensiamo al progetto Garanzia Giovani su cui le risorse investite non sono sufficienti, o al contratto di ricollocazione che ha funzionato bene per alcune categorie ma malissimo per altre come gli anziani e i lavoratori con bassa professionalità". E infine "i lavoratori dei centri per l'impiego, che sono 7.000 e dovrebbero ricollocare circa tre milioni di disoccupati".

(DIRE)

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