rotate-mobile
Politica

Dimissioni Errani, Legambiente teme il blocco dei progetti ambientali

L'associazione: "Il rischio è che le priorità per i prossimi 7 anni vengano decise senza alcun confronto politico, trattandole come questione tecnica. Rigenerazione urbana, biodiversità, turismo sostenibile tra le priorità da potenziare"

Le annunciate dimissioni di Errani avranno, tra gli altri, l'effetto di bloccare molti provvedimenti dalle ricadute ambientali, attesi da troppo tempo e rimandati alla fase finale di questa legislatura. Potenzialmente a rischio sembra essere anche l'accesso alle risorse relative ai fondi europei FESR e del piano di sviluppo rurale (PSR), come segnalato da varie parti in questi giorni. Per poter inviare i documenti di programmazione in sede europea occorre una validazione in consiglio regionale, e per questo partiti ed istituzioni hanno chiesto ad Errani di rimandare almeno di una settimana la consegna ufficiale delle dimissioni, per poter andare in approvazione consigliare entro il 15. Se così sarà, però, l'iter di approvazione dei documenti subirà un'accelerazione che rischia di blindare le proposte, sacrificando il confronto, e probabilmente gli aspetti ambientali.
 
Le risorse messe a disposizione tra il 2014 ed il 2020 sono ingenti: circa 480 milioni per i fondi dello sviluppo regionale FESR e altri 1.200 milioni di fondi PAC a sostegno dell'agricoltura. Risorse importanti, e probabilmente tra le poche disponibili per il futuro, visti i tagli progressivi ai bilanci degli enti locali e della regione. Si tratta quindi di uno strumento fondamentale per promuovere il lavoro, il miglioramento sociale e per investire nella qualità ambientale anche come strumento di innovazione del sistema produttivo.
 
Non è un caso che siano le stesse autorità europee a riconoscere una fortissima vocazione ambientale alle risorse messe a disposizione, ad es., sui fondi FESR: riconversione dell'impresa verso settori green, ricerca ed innovazione verso un minore consumo di risorse, lotta ai cambiamenti climatici, tutela e valorizzazione delle risorse ambientali, sono tutti temi che devono connotare l'utilizzo dei fondi. Così anche per i fondi europei per l'agricoltura, di cui una parte molto consistente dovrebbe essere destinata alle tematiche ambientali: riduzione degli sprechi, dell'uso idrico, creazione e tutela di elementi naturali (siepi, boschetti, aree umide), filiera corta e biologico. Un programma che intende spostare l'agricoltura verso un modello di sostenibilità, in cui il settore risulti custode dell'ambiente, e non solo utilizzatore e fonte di lavoro per le nuove generazioni. Un obiettivo rispetto al quale, ad oggi, occorre fare ancora molta strada.  
 
Su entrambe i piani Legambiente ha presentato recentemente le proprie osservazioni e proposte, ed era in attesa di uno scambio ed una interlocuzione tra regione e gli attori sociali ed economici nelle prossime settimane. 
 
Diverse le richieste avanzate sulla destinazione di fondi FESR: prima tra tutte la necessità di una politica vera di rigenerazione urbana, in grado di dare risposte al settore dell'edilizia senza consumare suolo, vista la colpevole mancata approvazione di norme regionali in questo senso; quindi la necessità di un pacchetto a favore della riqualificazione di quartieri, con risorse adeguate, progetti d'insieme, e la creazione di un’Agenzia per la rigenerazione urbana all'interno del Laboratorio Urbano, già previsto dal POR. Altri temi centrali sono l'utilizzo delle risorse sul turismo verso modelli sostenibili e per la creazione di bellezza e infrastrutture verdi, progetti organici sulla mobilità sostenibile in città, con attenzione alla riconversione verde delle imprese.
 
Sul PSR - Piano di sviluppo rurale, invece, l'intenso confronto con gli uffici regionali sembra aver portato modifiche al documento di programmazione con l'accoglimento di alcune delle richieste del mondo ecologista. Tra le richieste, una maggior destinazione di risorse sui temi della creazione e tutela degli ecosistemi, minor utilizzo di chimica e l'attenzione alle figure emergenti della filiera corta e del bio nel sistema agricolo come le reti dei GAS e i distretti di economia solidale. Soprattutto l'attuazione di politiche per evitare il proliferare di insediamenti agricoli senza la giusta attenzione al paesaggio, e l'abbattimento delle strutture inutilizzate.
 
Legambiente chiede quindi che a fronte dell'urgenza di risolvere la delicata fase politica della nostra regione venga comunque garantito il necessario confronto sui fondi europei, affinché il dibattito in aula tenga conto delle osservazioni della società civile e non sia trattato alla stregua di un passaggio meramente tecnico.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Dimissioni Errani, Legambiente teme il blocco dei progetti ambientali

ModenaToday è in caricamento