Strumentalizzazione della morte del neonato, l'Ausl: "Superato il limite, ci tuteliamo"
Il Direttore dell'Azienda Usl Massimo Annicchiarico ha usato toni duri commentando le polemiche sul decesso avvenuto all'Ospedale di Sassuolo: "Non accettiamo che si vada oltre il limite e si leda la dignità professionale"
Quello del neonato morto domenica mattina in ospedale a Sassuolo, dopo una grave bradicardia a seguito di un'emorragia dovuta al distacco della placenta, è un episodio che "va considerato anche come uno scampato pericolo", nel senso che la madre 35enne è sopravvissuta, si sta riprendendo e potrà ancora avere figli. E comunque, "non accettiamo di andare oltre un limite che leda la dignità professionale degli operatori. Da parte di qualcuno, il limite si sta già raggiungendo: ciascuno si assuma quindi le proprie responsabilità in tutte le sedi, come stiamo facendo noi".
Parola del dg dell'Ausl di Modena, Massimo Annicchiarico, oggi in conferenza stampa coi suoi dirigenti, dopo un confronto questa mattina con la Regione, per fare il punto sulla tragica vicenda di Pavullo nel Frignano. A Pavullo è stato chiuso di recente il punto nascite (come altri in Emilia-Romagna, non raggiungeva i 500 parti all'anno) ma questo non c'entra con la morte del piccolo, che visti i contorni del caso non sarebbe nato comunque nel Frignano: è la posizione ribadita anche da tutti i dirigenti sanitari di Modena, in linea con quelli della Regione.
"Il posto giusto fa la differenza" - I protocolli emergenza-urgenza
Mentre dunque la famiglia ha annunciato che non ricorrerà alle vie legali ritenendo che sia stato fatto il possibile, Annicchiarico si scaglia quindi contro chi, tra medici, avvocati dei comitati ed ex mamme, sostiene che senza i tagli alle strutture forse il neonato sarebbe stato salvato.
In particolare, si rammarica l'Ausl di Modena, sono stati segnalati sui giornali casi analoghi del passato, col lieto fine, ma ogni episodio fa storia a sè (e comunque i medici non possono ribattere perchè tenuti al segreto professionale e alla privacy). "Sottolineo e apprezzo come la famiglia stia dando un esempio di compostezza e sobrietà- attacca il direttore generale- che mi piacerebbe, ma vedo già che non lo è, fosse lo standard di tutti in questa vicenda. La famiglia sta vivendo un momento tragico, che avrebbe potuto essere anche più tragico, al quale tutti noi partecipiamo: meriterebbe meno clamore e più riservatezza, ma evidentemente chiedo troppo".
Guarda il video
Aggiunge Annicchiarico: "Da parte nostra ci mettiamo massima trasparenza e dovizia di dettagli, non avremmo nessuna ragione per non farlo. A differenza di quelli di altri- rimarca il dg anche sulle accuse 'anonimè di questi giorni- i nostri nomi e cognomi sono scritti sui cartellini qui davanti...".
(DIRE)