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Costituzione e libertà, il 25 Aprile di Muzzarelli a tutto campo dal palco di Piazza Grande

Muzzarelli affronta un discorso prettamente politico, andando oltre le ritualità del 25 Aprile: “Dal voto del 4 marzo richiesta di sicurezza e cambiamento”. Ai nuovi partiti: "Rispetto della storia e dei principi costituzionali"

“E’ la festa della libertà, e ogni volta che celebriamo questa giornata non ripetiamo uno stanco rito, ma ricordiamo che la libertà è una conquista continua, di cui anno dopo anno misuriamo i successi e i limiti”. Riaffermando i principi della Resistenza e della Liberazione “ricordiamo a noi stessi e a tutti i nostri concittadini che nella libertà possiamo costruire più uguaglianza, più solidarietà e uno sviluppo sostenibile per le nostre terre e per il pianeta”.

Così il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli ha concluso in piazza Grande la manifestazione del 25 aprile, aperta da un intervento di Francesco Martinelli, presidente della Consulta provinciale studenti, dopo il corteo con la Banda nelle strade del centro e l’omaggio al Sacrario della Ghirlandina. Prima di iniziare l'intervento, il sindaco ha chiesto un applauso augurale per il presidente emerito Giorgio Napolitano, ricoverato d'urgenza in serata per un intervento al cuore.

Dopo aver ricordato che la Costituzione, a 70 anni dalla promulgazione, non è solo storia, ma “attualità e futuro”, il sindaco ha spiegato come nel mondo che cambia e che “impone ogni giorno di ripensare le forme e i modi della convivenza, le regole e gli istituti della libertà, della coesione e della giustizia sociale, la Costituzione è la bussola che ci permette di mantenere la rotta nella direzione del rispetto e della promozione della dignità umana, della libertà e della dignità di ogni persona”.

Una considerazione che il sindaco ha riferito anche all’attualità politica: “Con il voto del 4 marzo gli italiani hanno manifestato un grande bisogno di sicurezza: sicurezza contro la criminalità diffusa e sicurezza economica, a fronte di un alto livello di disoccupazione, di precariato e di insufficienti retribuzioni. Hanno espresso una grande domanda di cambiamento”. Per Muzzarelli però è nella Costituzione che le forze politiche, anche i nuovi partiti (“un segno di vitalità della Repubblica”), devono cercare gli indirizzi per rispondere perché “le fortune elettorali possono cambiare in modo anche repentino. Ciò che non deve cambiare è l’ancoraggio ai principi costituzionali”. E riferendosi alla responsabilità che hanno oggi le nuove formazione politiche il sindaco ha affermato: “Per avere successo bisogna sapere che la realtà è complessa e non è un foglio bianco su cui si può scrivere tutto da capo. Bisogna avere consapevolezza e rispetto per la storia”. E ha richiamato l’attenzione per il tema del lavoro, il dettato costituzionale in base al quale la Repubblica “deve rimuovere gli ostacoli che impediscono l’uguaglianza reale delle persone, contro ogni discriminazione di sesso, di razza o di fede religiosa”, così come il passaggio che dice: “L’Italia ripudia la guerra come mezzo per la risoluzione delle controversie internazionali”.

Riferendosi alla situazione internazionale, il sindaco ha quindi sottolineato: “Per avere successo bisogna sapere che non possiamo fare da soli”. Per Muzzarelli, infatti, “fuori dall’Europa, senza l’Europa non possiamo influire sui destini del pianeta. Possiamo solo subire le decisioni degli altri”.

Ma il sindaco non ha risparmiato critiche all’Europa (“è malata, lo sappiamo”) ricordando gli errori dell’austerity e la questione dell’immigrazione, i nazionalismi e i Paesi che rilanciano e muri, fino a parlare di esigenze di una democrazia illiberale alle quali Muzzarelli ha risposto citando il leader francese Macron: “Abbiamo bisogno di una democrazia autorevole, non autoritaria”. Per essere autorevole, secondo il sindaco la democrazia “deve saper rispondere alle ansie dei cittadini, deve innervarsi di partecipazione, deve dimostrarsi realmente popolare e non impotente di fronte alla grande finanza e alle grandi burocrazie europee e nazionali”.

Per poi aggiungere: “Facciamoci sentire e anche da questa piazza, che è il cuore della democrazia modenese, noi abbiamo il dovere di rivendicare un’Italia più giusta e un’Europa più unita e democratica. Facciamoci sentire nei luoghi di studio, dove dobbiamo formare menti capaci e cittadini liberi e responsabili; nei luoghi di lavoro, dove bisogna riaffermare, giorno dopo giorno, i diritti e la dignità dei lavoratori; facciamoci sentire nelle sedi politiche e istituzionali, dove dobbiamo ritrovare il gusto della partecipazione e di un confronto libero e coraggioso. Teniamo il futuro nelle nostre mani, tutti assieme, perché il 25 Aprile ci ricorda che l’intelligenza, la passione e il coraggio dei popoli sono in grado di riportare la luce dopo il buio più profondo”.

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