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Elezioni 2018 | Partito Democratico. Fassino: "Abbiamo garantito stabilità in tempi di crisi"

Il Partito Democratico si ripropone di rafforzare il rapporto tra Italia ed Europa, rafforzando le politiche a favore dei diritti umani e dei lavoratori, tra cui l'introduzione di un salario minimo reale

Prosegue con le ultime interviste lo spazio dedicato ai partiti e ai movimenti che troverete sulla scheda elettorale il 4 Marzo. per le elezioni nazionali. E' il momento del candidato Piero Fassino per il Partito Democratico

Il Partito Democratico si presenta a queste elezioni ancora come prima forza del centrosinistra, ma con meno alleati rispetto alle scorse elezioni. E' un motivo di insuccesso del dialogo politico oppure è un cambiamento del posizionamento del PD stesso?

Ci presentiamo alle elezioni con una coalizione coerente con tutta la storia dell’Ulivo e del centrosinistra, consapevoli che senza il PD non può esserci il centrosinistra, ma al tempo stesso che il centrosinistra è più largo del PD. Le liste+Europa di Emma Bonino, Civica Popolare di Beatrice Lorenzin e il rassemblement ulivista Insieme rappresentano sensibilità che integrano e arricchiscono il centrosinistra. Di questa coalizione avrebbe potuto far parte anche Liberi e Uguali che invece ha scelto la separazione, una strada che ha il solo risultato di indebolire il centrosinistra e di dare qualche vantaggio a 5 Stelle e al centrodestra.

Gli ultimi sondaggi danno il PD tra il 22 e il 25%, ben lontano dal risultato delle europee. Secondo voi è il pegno che deve essere pagato da chi governa oppure una parte dell'elettorato non ha capito le scelte partito?

Veniamo da un decennio di crisi economica che ha prodotto ferite sociali che non si rimarginano in fretta. E ovunque - dagli Stati Uniti alla Germania - chi ha avuto responsabilità di governo ne paga il prezzo, anche a dispetto dei risultati. Ma le cifre parlano chiaro: l’Italia è oggi un Paese più solido di cinque anni fa. Il 2017 si è chiuso con il più alto tasso di crescita degli ultimi undici anni, con forte incremento di produzione, esportazioni, consumi. E cresce anche il lavoro che ha superato i 23 milioni di occupati, la più alta cifra dal 1977. Così come sono tornati a crescere gli investimenti pubblici e privati e le politiche sociali per famiglie e persone. Certo, c’è ancora molto da fare, ma la strada della ripresa è imboccata e non bisogna fermarsi. E il voto al PD e al centrosinistra e’ l’unico che offre questa garanzia.

Oggi il PD è uno dei pochi partiti che si dichiara apertamente europeista. Rispetto a determinate politiche dell'Europa che non sempre hanno favorito l'Italia, per quale motivo votare un partito europeista sarebbe meglio per il paese, rispetto al voto consegnato a partiti euroscettici?

L’ Europa unita ci ha garantito 70 anni di pace e la più diffusa prosperità che il continente abbia mai conosciuto. Fuori dall’Europa l’Italia sarebbe un Paese ai margini e tutti i suoi problemi si aggraverebbero. Peraltro nessun problema oggi può essere affrontato con le sole politiche nazionali. L’immigrazione è lì a dimostrarci quanti servano risposte europee. Naturalmente anche l’Europa deve fare un salto in avanti, mettendo al centro della sua azione la crescita, gli investimenti, il lavoro e le sicurezze che i cittadini chiedono. Il PD si batte per questa Europa.

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