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Elezioni Modena: vince il centrosinistra, perde Gian Carlo Muzzarelli

La frammentazione dell'area della sinistra cittadina pesa sul risultato elettorale: la mancata condivisione della figura di Muzzarelli da parte di Querzè e malettiani costringe il candidato Pd al turno di ballottaggio

Il termine ballottaggio, pressochè sconosciuto agli elettori geminiani, potrebbe trarre molti in inganno. Questa parola dal suono tondo e un po' sgraziato null'altro è che un artifizio matematico che rischia di alterare la percezione del dato politico reale. Se è vero che fra due settimane i modenesi saranno richiamati alle urne per scegliere tra due candidati sindaci, è altresì vero che l'orientamento politico della città non ha subito particolari scossoni. Numeri alla mano, Modena resta una città saldamente in mano al centrosinistra, così come lo è stata per gli ultimi sei decenni.

La grande novità, che è causa principale del ballottaggio, è l'articolazione delle forze di centrosinistra su liste diverse, non più unite sotto l'unica bandiera egemone del Partito Democratico. Numeri alla mano, l'area di sinistra-centrosinistra raggiunge un ampio vantaggio pari al 62,4% dei consensi. Un dato che si ottiene dalla somma dei risultati parziali di Gian Carlo Muzzarelli, Adriana Querzè, Antonio Montanini e Flavio Novara, che a diverso titolo possono ascriversi agli ambienti politico-economici, alle esperienze amministrative e ai mondi socio-culturali del centrosinistra cittadino.

Lo è ovviamente Adriana Querzè, assessore negli ultimi 10 anni di Giunta Pighi, che ha riunito intorno a sé il mondo della scuola, dell'associazionismo e delle rappresentanze sindacali “rosse”, raggiungendo il considerevole traguardo del 7,1%. Lo è in quota residuale (1,3%) Flavio Novara, esponente di quell'area di sinistra più radicale che riappare in modo carsico. Lo è anche Antonio Montanini, creatura post-malettiana dell'ex assessore della Giunta Pighi Graziano Pini, che ha raccolto il 4,3% dei consensi. Minimo comun denominatore di queste liste è stato il mancato sostegno a Gian Carlo Muzzarelli, nome arrivato alla fine di un percorso a dir poco travagliato e che ora si presta ad essere ridiscusso - ma difficilmente alterato - in sede di secondo turno elettorale.

Sulle spalle della dirigenza del Pd c'è quindi l'onta di aver condotto per la prima volta la sinistra ai tempi supplementari: poco conterà sul piano del risultato finale, visto l'assenza totale di concorrenti, ma la delusione è palpabile. E sicuramente anche gli equilibri interni alle diverse componenti della maggioranza cittadina – da ieri già maggioranza assoluta in Consiglio Comunale – sono destinati a subire un forte scossone. Per il resto tutto è ineluttabilmente destinato a rimanere tale, con l'unica aggiunta di un termine tondo e un po' sgraziato.

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