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Elezioni Politiche 2013

Femminicidi, una firma per fermare la violenza contro le donne

Servono 5mila firme per far esprimere l’Aula dell’Assemblea legislativa regionale su un fenomeno, la violenza contro le donne, che, nel mondo, rappresenta la prima causa di invalidità e morte per le donne dai 16 ai 44 anni

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ModenaToday

Il fenomeno è trasversale, riguarda tutte le etnie e le classi sociali. Negli ultimi anni sembra si stia accentuando, ma non è capace di creare vero allarme sociale. Le donne uccise da chi sosteneva di volerle bene, nel 2012, sono state in Italia 124, 15 nella sola Emilia-Romagna. E i femminicidi sono solo la punta dell’iceberg di un fenomeno complesso che comprende la violenza fisica, psicologica, sessuale ed economica. Alla base, come certifica la Risoluzione 54/134 dell’Onu, “una lunga tradizione di rapporti di forza disuguali tra uomini e donne”.

Per contrastare la violenza contro le donne, la Conferenza regionale delle Democratiche ha deciso di intraprendere la strada della proposta di legge regionale di iniziativa popolare. Il testo, messo a punto dopo un confronto continuato con tutti coloro che a diverso titolo si occupano del fenomeno, è stato depositato giovedì 7 febbraio con in calce le prime 326 firme che, come prevede la legge regionale 34/1999, permettono di sottoporre la Proposta alla Consulta che ne deve giudicare l’ammissibilità. Inizierà quindi la raccolta delle firme: ne servono 5mila, con l’obiettivo di consegnarle in una data simbolo per il mondo femminile, l’8 marzo. Le firme nel modenese verranno raccolte presso le sedi dei Circoli Pd e presso la sede della Federazione Pd in via Scaglia, nonché nei banchetti allestiti, di volta in volta, nei centri storici. Il progetto di legge regionale ha come titolo “Norme per la creazione della rete regionale contro la violenza di genere e per la promozione della cultura dell’inviolabilità, del rispetto e della libertà delle donne”. “Da una parte – spiega Caterina Liotti, coordinatrice delle Democratiche modenesi e prima firmataria del progetto di legge – si vuole rafforzare il sistema di prevenzione del fenomeno con azioni che producano un cambiamento culturale e dall’altra si punta a coordinare al meglio il lavoro di tutti i soggetti che intervengono in questi casi.

Con l’obiettivo, inoltre, di migliorare il sostegno alle donne che vogliono uscire dalla violenza: precise politiche abitative, soprattutto per coloro che hanno figli piccoli, e di inserimento nel mondo del lavoro sono le uniche davvero in grado di rendere forti le donne che hanno subito violenze”. In particolare, si vuole favorire la creazione di una “Rete regionale contro la violenza” formata dagli enti pubblici territoriali, dalle istituzioni pubbliche, dai Centri antiviolenza e dagli organismi del privato sociale che già intervengono nelle reti locali create dalle diverse Province e Comuni. Si intende, inoltre, istituire un Osservatorio regionale sulla violenza di genere che raccolga i dati provenienti da tutti i soggetti coinvolti (forze dell’ordine, Pronto soccorsi, Centri antiviolenza, ecc.). Occorre, infine, mettere in campo progetti e interventi  di prevenzione nel campo della istruzione e della formazione rivolte a diverse fasce scolastiche e diversi target (uomini/donne ragazzi/adulti) e promuovere azioni di sensibilizzazione  contro gli stereotipi di genere  in particolare nel campo della comunicazione dei media. Solo un insieme di provvedimenti coordinati e congiunti che valorizzino le buone prassi prodotte dalle istituzioni e dalle associazioni delle donne può provare a scalfire la cultura, così radicata nel nostro Paese, che legittimando prevaricazioni e disistima del genere femminile alimenta la violenza contro le donne.

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