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Mappa sismica, l'Emillia resta classificata a basso rischio

Non verrà rivista la mappa di classificazione sismica per le zone colpite dal terremoto del maggio 2012: i Comuni del cratere erano e rimarranno classificati come zona 3 e dunque a basso rischio sismico. Scienza o insostenibilità economica?

L'Emilia era e resterà zona di basso rischio sismico. Potrà sembrare assurdo ai più, ma i parametri fissati scientificamente (e burocraticamente) non vengono sovvertiti per un singolo evento sismico, seppur disastroso come quello che ha colpito l'Emilia lo scorso maggio. A spiegarlo è l'ormai popolare Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che si occupa di redarre le carte nazionali del rischio sismico, da cui dipendono poi tanti adempimenti di legge. “Non ci sono al momento iniziative che vadano nel senso di una revisione della mappa”, spiega il direttore dell'Ingv di Bologna Andrea Morelli. “Sono tanti i parametri che si utilizzano per arrivare a definire una classe sismica – illustra Morelli - ci si basa sull'energia dei terremoti, ma anche sulla loro frequenza e, in base alle attuali norme di classificazione, la classe 3 per la zona della bassa modenese è appropriata”.

Insomma, una rondine non fa primavera, per usare una banalizzazione. Gli studiosi dell'Ingv ritengono perciò l'attuale classificazione ancora adeguata alle normative attuali di valutazione: questa non si basa sui massimi valori attesi per ogni zona, ma sulla possibilità di avere un certo terremoto in un certo arco di tempo. E in Emilia la frequenza è davvero bassa, considerando che di un fenomeno come quello dello scorso anno non si aveva notizia da oltre 500 anni.

“Se si volesse avere una sicurezza maggiore, le classi, che sono fatte per dare dei riferimenti numerici a chi costruisce, dovrebbero essere basate sulla possibilità di scuotimento massimo – spiega ancora Andrea Morelli – Cosa che potrebbe essere fatta solo attraverso una decisione politica di un cambiamento complessivo nei parametri di valutazione per le classi di rischio, che però renderebbe la costruzione degli edifici economicamente difficile da sostenere”. E questo è sicuramente un tasto dolente.

Le implicazioni economiche di un alzamento del rischio sismico sono davvero ingenti e il settore delle costruzioni ne è l'esempio perfetto, seguito poi da quello assicurativo. Proprio per motivazioni economiche si era fatta strada l'idea di una riclassificazione, quando il Governo, nell'approvare il testo del decreto Ecobonus, aveva escluso dalle agevolazioni fiscali al 65% per l'antisismica le zone del cratere emiliano in quanto, appunto, zone in classe 3. Una decisione che ha scatenato le proteste di molti e anche della politica: il deputato di Sel Giovanni Paglia ha di ampliare le classi di rischio da inserire tra quelle da agevolare, poi il parlamentare Pd Davide Baruffi ha presentato un ordine del giorno che impegnasse il Governo a rivedere l'esclusione e due giorni fa il senatore democratico Stefano Vaccari ha nuovamente chiesto un impegno sul tema.

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